FILLEA: MIBACT FACCIA RISPETTARE LE NUOVE NORME
03.08.16 “Cosa aspetta il Mibact a far rispettare le nuove norme sugli appalti nei lavori di restauro che commissiona? Il ministro Franceschini ci convochi e sospenda le procedure in corso, che contrastano con quanto stabilito dal Ministero del Lavoro” è quanto chiede la Fillea Cgil, denunciando che negli appalti di opere pubbliche del Mibact ai lavoratori e alle lavoratrici viene applicato un contratto difforme con quanto stabilito dal nuovo codice degli appalti. Spiega Dario Boni, segretario nazionale della Fillea “la nota n.14775 del ministro Poletti è chiara, nei lavori oggetto di appalti pubblici e concessioni è applicato il contratto collettivo nazionale del settore stipulato dalle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative sul piano nazionale” ma nei lavori commissionati dal Mibact, da quello di Fontana di Trevi e del Portico d’Ottavia a Roma, al Duomo di Napoli, al Palazzo Nani Mocenigo a Venezia, alla Chiesa del Crocefisso a Galatone “per gli operatori del restauro non è applicato il contratto nazionale edile sottoscritto dalle organizzazioni maggiormente rappresentative ma quello sottoscritto da Finco e UGL, che declassa e fa perdere diritti e salario già acquisito da decenni dai lavoratori del settore” un contratto che rischia di "penalizzare ulteriormente chi e' già vessato dalla precarietà, con l'elusione di norme fondamentali a tutela della sicurezza e della giusta retribuzione. In quei cantieri i restauratori percepiscono stipendi di circa 500 euro inferiori a quanto previsto dal contratto edile.”