06.03.14 Si è concluso il 6 marzo 2014 il Congresso territoriale della Fillea Venezia. Di seguito la relazione del segretario uscente Francesco Andrisani, riconfermato alla guida della struttura dal nuovo direttivo eletto al termine del congresso.
Care delegate , cari delegati , gentili ospiti a nome della segreteria uscente e dell' apparato della Fillea vi porgo il benvenuto nella Camera del Lavoro di Venezia e vi ringrazio di partecipare ai lavori del nostro 5° Congresso provinciale . Il gruppo dirigente , dimostrando senso di responsabilità e maturità politica , ad eccezione di una risicata minoranza , si è ricompattato dopo la divisione della precedente fase congressuale , facendo sintesi e sostenendo il documento “ IL LAVORO DECIDE IL FUTURO “ sottoscritto dalla compagna Susanna Camusso e da tutti i segretari nazionali di categoria . Un documento , quello di maggioranza , che il gruppo dirigente della Fillea di Venezia e le lavoratrici e i lavoratori hanno condiviso e avvallato con consenso unanime nelle 127 assemblee congressuali di base che abbiamo svolto, senza sostenere o astenendosi sulle proposte di emendamento presentate su alcuni punti. Nonostante la ritrovata unità al nostro interno , però, la sofferenza della nostra gente ha reso questo appuntamento congressuale emotivamente non meno complicato del precedente . Gli ultimi quattro anni , di fatto hanno falcidiato il nostro settore . Le cessate attività , il ricorso ad ammortizzatori sociali che di “straordinario “ oramai hanno solo il nome, le procedure concorsuali e i fallimenti , hanno cambiato i volti storici della nostra categoria e con essa di una parte importante dei dirigenti e delle dirigenti che hanno contribuito a preservarla fino ad oggi. A queste compagne e a questi compagni , è doveroso rivolgere un ringraziamento e l' augurio di rivederci presto da parte del gruppo dirigente della Fillea di Venezia . Affinchè questo augurio possa realizzarsi , però, è necessaria una decisa e celere inversione di rotta ! E'di pochi giorni fa la notizia che Venezia e Livorno , condividono il triste primato di essere le prime due città in cui a gennaio si è concretizzata una pericolosa anteprima deflazionistica. In sostanza i consumatori stremati dalle ristrettezze economiche e dall'incertezza sul futuro non fanno acquisti in attesa di tempi migliori . Come conseguenza , nella speranza di incentivare la richiesta , i prezzi tendono a diminuire nonostante l'aumento dei costi generali. Il problema che questo fenomeno ingenera , sta nel fatto che , come sempre , la diminuzione dei costi si ricerca a discapito del reddito di chi lavora e , così facendo , si aumenta il rischio deflazione aumentando la platea di chi non può essere acquirente pur avendo un lavoro. Di fatto si sta ingenerando una spirale economica negativa che con la diminuzione della produzione comporta la diminuzione dell'occupazione ; e in un Paese dove la disoccupazione sfiora il 13 % e sale a più del 40% tra i giovani under 25 , non contrastare questa fase congiunturale regressiva può risultare fatale. Le delocalizzazioni e le proposte delle grandi aziende , di rinunciare ad una parte del salario per recuperare competitività sui mercati , non sono e non possono essere la ricetta appropriata per uscire della crisi . Al contrario , vanno contrastate con fermezza ! Se non si provvederà , nel breve termine , a sostenere l'economia con investimenti pubblici e non verranno adottate riforme strutturali del sistema Paese , queste richieste diventeranno sempre più emulate e finiranno per aumentare il rischio di farci precipitare nel baratro . Le responsabilità maggiori del perdurare di questa congiuntura economica negativa , ovviamente , sono in capo ai Governi che si sono succeduti alla guida del Paese in questi anni . Le strategie politiche adottate , non hanno impresso quel cambio di marcia necessario a traghettarci fuori dalla crisi . Anziché contrastarla e aiutare la ripartenza dell'economia , con politiche mirate per la crescita e l'occupazione , si è preferito intervenire con tagli lineari sulla spesa sociale , ritenendola causa di tutti i mali , riducendo i diritti e intervenendo in maniera peggiorativa su ammortizzatori sociali , sanità e pensioni . E' prevalsa , in sostanza, la linea di rimanere arroccati in difesa, in balia degli eventi , senza mai tentare neanche un contropiede per cercare di vincere la partita; e i risultati ovviamente non sono arrivati. L' immobilismo politico , tra le altre colpe , ha quella di aver lasciato scoperti spazi di democrazia e rappresentanza a vari movimenti che li hanno occupati semplicemente per aver gridato più forte degli altri , spesso senza dire nulla di sensato e a chi , per sua stessa ammissione, democratico non è . L'ascesa di questi movimenti , ottenuta facendo leva sulle difficoltà e le paure delle persone , ha contribuito ad accentuare le divisioni tra classi sociali e generazioni e ad alimentare , in aggiunta alla crisi economica , una crisi etica e morale innescata dai tagli al sociale perpetrati proprio nel momento di maggiore bisogno . Una deriva etica e morale che comincia a manifestarsi anche nei luoghi di lavoro con il venire meno dello spirito solidaristico tra i lavoratori . Lo spirito solidaristico che è stato e dovrebbe essere d'obbligo e scontato tra persone che condividono lo stesso percorso di vita lavorativa , affrontano gli stessi problemi e compiono gli stessi sacrifici , sta cominciando ad essere intaccato nel profondo , anche , dall'idea che forse ” lavorando in meno si lavora di più” ! In pratica , secondo alcuni lavoratori , sarebbe meglio valutare l'ipotesi di “rinunciare “ a qualche collega piuttosto che condividere tutti assieme le decurtazioni economiche causate dagli ammortizzatori sociali. Un fenomeno che abbiamo sempre respinto sul nascere e dipinge un quadro desolante che rischia di compromettere irrimediabilmente la storia del nostro Paese e i valori contenuti nella nostra Costituzione che parte proprio dal lavoro per fondarlo ; e allo stesso tempo avvalora la nostra convinzione che l'unica via d'uscita possibile non può che essere quella di investire nel suo bisogno primario : IL LAVORO ! In questi anni , la Cgil e la Fillea , non si sono mai sottratte al dovere di manifestare il proprio disappunto sulle miopi e inique misure anti - crisi adottate dai vari Governi . Lo abbiamo fatto , come si conviene per la storia della nostra Organizzazione , stando nel merito delle questioni , proclamando iniziative di mobilitazione e sempre nella piena autonomia politica , legittimata dalla capacità di formulare proposte alternative per la risoluzione dei problemi. La massima espressione di questa capacità , oltre che nelle proposte contenute nel documento congressuale “ IL LAVORO DECIDE IL FUTURO “ , trova il suo punto di eccellenza nella stesura del nuovo “ PIANO DEL LAVORO” , al quale la Fillea ha dato un importante contributo redigendo un approfondimento specifico per il settore delle costruzioni , legno e arredamento. Ora toccherà al nuovo Esecutivo di Governo , indicare la strada maestra da seguire per ripartire. Il poco tempo trascorso dal suo insediamento , non permette di giudicarne l'operato nel merito, né di sviluppare ragionamenti sui contenuti del programma che , di fatto , per il momento si sono solo limitati ad annunciare. Una cosa è certa del programma : bisogna fare, agire ! Questo è il mantra che ci sentiamo ripetere in maniera ossessiva . E il nostro documento congressuale , volendo , di “ AZIONI “ concrete da fare e mettere in pratica da subito , ne propone diverse. “AZIONI “ che definiscono le priorità e gli obiettivi che intendiamo conseguire nei prossimi 4 anni per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di chi rappresentiamo e che propongono la nostra idea di come si debba sviluppare un nuovo modello industriale , economico e sociale per ritornare a crescere e creare occupazione . Un modello di sviluppo , che riteniamo debba partire da una nuova concezione di Europa. L'Europa di oggi , limitandosi al semplice ruolo di garante contabile, imponendo l ' obbligo del pareggio di bilancio, contribuisce solo ad affossare le economie più deboli come la nostra. Dall'Europa della moneta si deve necessariamente passare all' Europa federale , in grado di gestire i processi e attraverso un programma comune di politiche industriali , infrastrutturali e fiscali , aumentare la competitività e la coesione sociale tra gli stati membri . Tornando nei confini nazionali , diventa fondamentale , rivendicare una politica fiscale e di tutela sociale più equa . Questi obbiettivi vanno conseguiti attraverso : ● l' adeguamento della tassazione sulle rendite finanziarie ; ● l'introduzione di un'imposta sulle grandi ricchezze , sulle quote di patrimonio superiori agli 800.000 euro ; ● la rimodulazione delle detrazioni fiscali a vantaggio dei lavoratori e dei pensionati ; ● la valorizzazione dell'istruzione e della ricerca pubblica ; ● garantendo e aumentando le tutele della sanità pubblica , lasciando al welfare integrativo contrattuale solo la copertura delle prestazioni sanitarie che il SSN non assicura o assicura solo in parte; ● l'introduzione di norme mirate a contrastare efficacemente la piaga dell'evasione fiscale e del lavoro irregolare ; ● una riforma degli ammortizzatori sociali estendendoli a tutte le tipologie di impiego ; ● alla revisione dell'impianto della riforma Fornero eliminando le penalizzazioni per i lavoratori precoci ,per garantire una pensione adeguata ai giovani e ai lavoratori discontinui , oltre ad estendere gli accordi bilaterali con i Paesi d'origine per garantire il diritto alla pensione ai lavoratori immigrati. Questi , per titoli , legati ad esigenze di sintesi , sono i punti principali proposti nel nostro documento congressuale . Ho tralasciato 2 punti : politiche industriali e contrattazione . Una scelta dettata dall'esigenza di analizzare , i temi contenuti nel documento congressuale , che impatteranno maggiormente con l' azione sindacale che la Fillea dovrà mettere in campo nel prossimo futuro . Il settore edile , ha perso dal 2008 circa 500 mila posti di lavoro ; che salgono a quasi 700 mila con il settore legno e materiali. Nella nostra provincia , la Cassa Edile Industriale ha registrato negli ultimi 5 anni una diminuzione di oltre 5.000 addetti ( circa il 40 % in meno rispetto al 2008) ai quali si aggiungono gli oltre 10. 000 usciti dal settore edile artigiano in ambito regionale . Il calo occupazionale che ha colpito il comparto legno , laterizi e manufatti è stato , in proporzione , altrettanto importante . Una diminuzione di addetti spaventosa , obiettivamente destinata a non poter essere compensata nel futuro. Siamo tutti consapevoli che si è costruito troppo e soprattutto male. La nostra provincia , è disseminata di condomini sorti come funghi e rimasti invenduti ; per non parlare dei famosi capannoni industriali “in attesa di occupazione “ , diciamo così , che oramai nel resto d'Italia vengono citati per identificare la nostra Regione al pari dei simboli più prestigiosi che ne connotano la storia e le tradizioni ; oppure della cementificazione selvaggia e la conseguente impermeabilizzazione del suolo , che ad ogni temporale fa scattare il rischio alluvione. La Fillea, come ricordavo prima, lo scorso anno ha contribuito ad arricchire il “PIANO DEL LAVORO “ della CGIL , elaborando un proprio documento specifico per il settore delle costruzioni. Un documento , che partendo dall'analisi del contesto , propone delle strategie di sviluppo , suggerisce come recuperare le risorse e arriva alla conclusione che l'edilizia di domani , non potrà che puntare alla green economy e al consumo di suolo zero ; il recupero dell'esistente dovrà superare di gran lunga la realizzazione di nuove costruzioni e ogni sforzo, dovrà essere rivolto al progetto di riassetto idrogeologico del territorio , alla prevenzione sismica , all'efficienza energetica e alle energie rinnovabili. Se penso all'abbondanza dei capannoni e dei condomini , di cui parlavo prima , e allo stesso tempo penso alle scuole fatiscenti e fuori norma che quotidianamente occupano le pagine dei quotidiani locali , oppure , al degrado in cui versano i monumenti storici della nostra città simbolo, non posso che convenire sul fatto che la rotta che abbiamo tracciato va nella giusta direzione . Su questi progetti , siamo pronti al confronto con la politica , o meglio a riprendere il confronto avviato lo scorso anno e interrotto, di certo , non per colpa nostra. La contrattazione rappresenta l'essenza dell'identità della CGIL. E' l'elemento più diretto e concreto su cui possiamo contare per dare dignità e diritti alle persone che rappresentiamo ; è l'argomento , che più di tutti , appassiona il dibattito e favorisce la condivisione delle esperienze e lo scambio di idee tra le diverse categorie della nostra Organizzazione . Il contesto attuale del nostro settore , le sue ipotesi di sviluppo futuro e più in generale i cambiamenti avvenuti nell'insieme del mondo del lavoro, impongono una riflessione anche su come dovrà essere la contrattazione del futuro ; sui principi da difendere e rafforzare e sulle innovazioni da apportare per esigerla ed applicarla al meglio . L'accordo attuativo su democrazia e rappresentanza per la contrattazione sottoscritto il 10 gennaio 2014 in coerenza con gli accordi del 28 giugno 2011 e 31 maggio 2013 , contribuisce in modo positivo a dare una risposta a queste esigenze; tuttavia ha avviato un'aspra discussione, non sempre di merito e nel merito , nella nostra Organizzazione . Mi sento di esprimere il mio personale disappunto e quello manifestato dai lavoratori e dalle lavoratrici, durante le assemblee congressuali , sull'increscioso episodio di violenza accaduto a Milano . Ritengo giusta e condivido , quindi , la decisione di portare la discussione e l'approfondimento sulle nuove regole di democrazia e rappresentanza nei luoghi più appropriati, ovvero , i posti di lavoro e di farlo attraverso la consultazione democratica degli iscritti nella campagna di assemblee che svolgeremo nel mese di marzo. Negli ultimi anni il mondo del lavoro si è profondamente trasformato . La frammentazione del ciclo produttivo , il nanismo aziendale , l'aumento delle assunzioni con contratti atipici e di conseguenza l'aumento del precariato , fenomeni che con la crisi hanno subito un'impennata e raggiunto livelli inaccettabili , hanno comportato l'esclusione di un'ampia fetta di lavoratori dalle tutele e dai diritti normativi e salariali garantiti della contrattazione . Oggi la priorità , per continuare ad esercitare a pieno il nostro ruolo di essere sindacato , è quella di mirare alla ricomposizione del mondo del lavoro attraverso l'inclusione della tutela contrattuale a tutte queste figure che ne sono escluse. Un obiettivo che va conseguito , a nostro avviso , attraverso : ● percorsi di accorpamento dei CCNL , per esempio , nell'ambito di settori merceologici affini ; potenziando , tuttavia , il loro ruolo di strumento contrattuale garante di diritti e tutele universali ; ● riqualificando il ruolo della contrattazione di secondo livello e favorirne la diffusione sperimentando nuove forme di rivendicazione collettiva , anche tra settori contrattuali differenti , che operano e si riconoscono all'interno delle stessa filiera , distretto o territorio; ● ricercando misure efficaci di contrasto dell'illegalità e del lavoro nero e sviluppando la diffusione della bilateralità contrattuale in tutti i settori , valorizzando la sua qualità di strumento in grado di migliorare le condizioni di tutela sociale attraverso prestazioni integrative e non sostitutive di quelle pubbliche. Una proposta di un nuovo modello di contrattazione , che ai lavoratori dell'edilizia non risulta del tutto nuovo, ma che oggi , oltre che dalla crisi è fortemente minacciato dall'impossibilità di raggiungere l'intesa per la firma del rinnovo del contratto nazionale . La FILLEA Nazionale ha concluso positivamente e unitariamente i rinnovi dei principali contratti collettivi , ad eccezione di quello edilizia industria e cooperazione . Una situazione di stallo , determinata dalle irricevibili proposte avanzate dalla nostra controparte , rinnovo salariale a zero euro e messa in discussione dell'APEO , per citarne due su tutte , che oltre a non dare risposte ai bisogni dei lavoratori , rischia di ostacolare i processi in corso mirati a mettere in sicurezza l'intero sistema. Il consistente calo degli addetti e il massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali , sta mettendo a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema bilaterale . Il perdurare dello stato di crisi e la convinzione condivisa che il settore non potrà ritornare sui livelli occupazionali precedenti , rendono necessario intraprendere dei percorsi di razionalizzazione e riorganizzazione dei nostri Enti Bilaterali a partire dalle Casse Edili. Oggi , si rende necessario creare massa critica per garantirne la sopravvivenza e con essa , preservarne la capacità di continuare a essere strumento per l'attuazione delle materie stabilite dalla contrattazione, altrimenti impossibili da applicare in un settore che polverizzato e basato sulla precarietà lo è sempre stato . In questa ottica si sta ragionando in Veneto e, il gruppo dirigente della Fillea di Venezia ne sostiene e condivide l'impostazione , per avviare un percorso di razionalizzazione della bilateralità che porti ad un'unica Cassa Edile del Veneto . Un percorso , che sarebbe riduttivo circoscrivere ad un aspetto meramente dettato dalle difficoltà economiche del momento , ma potrà aiutare a completare il percorso di omogeneizzazione del settore edile e, non solo della sua bilateralità , già avviato nella nostra Regione con l'introduzione della Trasferta Veneta e dei coordinamenti regionali di Scuole Edili e Comitati Paritetici per la Sicurezza. In questa direzione nel settore edile artigiano è stato compiuto un passo importante concretizzando la fusione delle due Casse Edili CEAV e CEVA in un'unica Cassa Edile denominata EDILCASSA VENETO. E ora parliamo di Noi , la Fillea di Venezia . Negli ultimi quattro anni , quelli che ci separano dal precedente congresso , la nostra categoria ha visto l'uscita di alcuni compagni e compagne , che hanno contribuito a scriverne delle pagine di storia , umane e sindacali , che definire preziose è riduttivo. Con altrettanto impegno , entusiasmo e voglia di apprendere, altri compagni hanno intrapreso un percorso nella categoria inserendosi con profitto e apportando un contributo positivo nello svolgimento della nostra attività sindacale quotidiana . Sono stati quattro anni difficili , in cui abbiamo gestito centinaia di crisi aziendali , ricercando sempre e comunque di evitare i licenziamenti ricorrendo all'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali a disposizione e lo abbiamo fatto unitariamente con Filca e Feneal. Abbiamo rinnovato il Contratto Provinciale dell'edilizia e partecipato a tutte le iniziative promosse dalla categoria e dalla CGIL a tutti i livelli , nazionale , regionale e provinciale , oltre ad essere una delle prime strutture provinciali di categoria a redigere e pubblicare il BILANCIO SOCIALE . Gli sforzi profusi e la riduzione numerica dell'apparato ci ha consentito di rimanere in equilibrio economico e , nonostante tutto , la tenuta del tesseramento ha retto negli impianti fissi e sebbene sia diminuita in valore numerico in Cassa Edile , ha registrato un leggero incremento percentuale della nostra rappresentanza sul totale degli iscritti . Ma non basta ! Se nelle situazioni di crisi sosteniamo con convinzione sia necessario fare investimenti , dobbiamo farlo anche noi ! Dobbiamo farlo a partire da subito, investendo sul nuovo gruppo dirigente che verrà eletto oggi dal Congresso e impegnandoci nel promuovere l'elezione di nuove RSU nei cantieri e nelle fabbriche dove non abbiamo ancora rappresentanza , per accrescere la nostra capacità di tutela diretta sul posto di lavoro e creare un nuovo bacino di compagni e compagne per assicurare il necessario ricambio generazionale per garantire il futuro della Fillea di Venezia . Da ultimo , ma non per ordine di importanza , promuovere e ricercare fin da subito , collaborazioni operative con le altre Fillea territoriali per accrescere l'efficacia della nostra azione sindacale sul territorio. Grazie per l'attenzione . Evviva i lavoratori , evviva la CGIL! Relazione di Francesco Andrisani