09.10.13 "Farfalle al sugo rosso, cotoletta impanata, zucchini e budino. Mangiano in fretta gli operai di Chiomonte. Come in tutti i cantieri del mondo il tempo della pausa mensa è prezioso. Nel container Walter Schiavella, segretario generale degli edili della Cgil, tiene l`assemblea sindacale. Dice: «Siamo venuti da Roma per voi, perché sappiamo in quale condizione difficile siete costretti a lavorare. Si possono avere le opinioni più diverse sull`opera.Ma là dove c`è un cantiere, là ci deve essere il sindacato. E noi siamo qui per farvi sapere che siamo al vostro fianco»." Su Repubblica di oggi il racconto di Paolo Griseri della visita di Schiavella al cantiere Tav in Val di Susa...
IL SEGRETARIO CGIL NEL "CANTIERE - CARCERE"
Farfalle al sugo rosso, cotoletta impanata, zucchini e budino. Mangiano in fretta gli operai di Chiomonte. Come in tutti i cantieri del mondo il tempo della pausa mensa è prezioso. Nel container Walter Schiavella, segretario generale degli edili della Cgil, tiene l`assemblea sindacale. Dice: «Siamo venuti da Roma per voi, perché sappiamo in quale condizione difficile siete costretti a lavorare. Si possono avere le opinioni più diverse sull`opera.
Ma là dove c`è un cantiere, là ci deve essere il sindacato. E noi siamo qui per farvi sapere che siamo al vostro fianco».
Seduto a uno dei tavoli in fondo alla sala, Giuseppe ascolta in silenzio. Poi, improvvisamente, prende la paro la: «Questo non è un cantiere, questo è un carcere». Giuseppe è calabrese di Pagliarelle, in provincia di Crotone, la capitale dei minatori italiani.
Da lì arrivano generazioni di operai impegnati a lavorare in centinaia di gallerie in tutto il mondo. Quando c` era il Pci a Pagliarelle conquistava il 70 per cento dei voti. Giuseppe ha 36 anni e nella sua vita professionale ha già scavato una cinquantina di chilometri di galleria.
Finito il pranzo, appoggiato alla parete esterna del container, si fuma la sigaretta e calcola: «Domodossola, Ascoli, Bormio, San Ruffillo, Trento, Imperia, Andora, Austria, Sicilia.. Altro che cinquanta chilometri, sono di più». Chiomonte è solo l`ultima tappa del curriculum. E la galleria della Maddalena non è nemmeno la più lunga. Eppure lui è stufo: «Sai che cos`è che ti pesa? La tensione. Anche quando finiamo il turno e torniamo con il pulmino nel piccolo paese che ci ospita, non possiamo stare tranquilli. Qui tutti si conoscono e noi non conosciamo nessuno. Che cosa ne sai? Entri in un bar e rischi che qualche matto ti aggredisca perché lavori a costruire la Tav. Non so quanto potrò resistere ancora, a tre settimane di cantiere in queste condizioni e quattro soli giorni a casa con la famiglia».
«Certo che un cantiere così militarizzato non l`ho mai visto», si stupisce Schiavella mentre visita l`impianto tra pozze di fango e mezzi dell`esercito. Poi il sindacalista spiega: «Noi non siamo un sindacato che dice sì a ogni cantiere pur che dia lavoro.
Noi siamo un sindacato che esprime i suoi punti di vista. A Messina abbiamo detto che siamo contrari al Ponte sullo Stretto perché a nostro avviso sarebbe l`anello di congiunzione tra due infrastrutture inesistenti, la Salerno-Reggio e la Palermo Messina. Qui invece siamo favorevoli perché pensiamo che sia utile collegare la val Padana con la valle del Rodano, due realtà economicamente significative.
Detto questo, capisco che qualcuno possa avere punti di vista diversi e che protesti. Un sindacalista conosce bene le forme di protesta. Quando però si arriva a mettere a rischio l`incolumità dei lavoratori, un sindacalista ha solo il dovere di difenderli». Nel cantiere riparato dalle reti i problemi sindacali di tipo tradizionale non mancano: «Una delle questioni irrisolte - spiega la delegazione della Cgil - è quello dei contratti a tempo determinato. Tutti sanno che qui si scaverà per i prossimi due anni.
Che senso ha fare contratti che scadono ogni pochi mesi? Non è un modo per prendere in giro i lavoratori?». La delegazione incontra il direttore di Ltf, Marco Rettighieri, e il commissario Mario Virano. Rettighieri assicura che nei prossimi giorni verrà affrontata la questione dell`inquadramento contrattuale: «Il 17 ottobre - riferisce Schiavella in assemblea - ci sarà una riunione». La questione divide le sigle sindacali. La Cisl ha un punto di vista differente dalla Cgil e tra le due organizzazioni
c`è stata anche una polemica a colpi di volantini contrapposti.
Prima della pausa mensa il gruppo visitala galleria. La talpa è ormai entrata nel tunnel ed è circa a metà strada tra l`imbocco e il fondo, Entro una ventina di giorni raggiungerà il punto di scavo. Sotto i martinetti e i tubi dell`aria compressa Alfredo, un operaio di Chiomonte, racconta la sua storia e avanza le sue richieste: «La verità è che anche
chi non è un trasfertista come Giuseppe trova duro. Mia moglie ha un bar in paese e da quando s`è saputo che io lavoro qui abbiamo perso un bel po` di clienti. Ma quello che mi fa davvero arrabbiare è che bastano quattro scalmanati a bloccare il cancello di ingresso dalla parte della centrale. In quei casi dobbiamo prendere l`autostrada, arrivare a Oulx, fare inversione, pagare il biglietto e entrare al cantiere dall'altro accesso. E` assurdo che siamo noi a doverci accollare la spesa».
Rivendicazioni sindacali, certo, ma anche sintomi di una situazione ormai assurda. Dove per scavare una galleria normalissima, non più lunga delle tante che traforano la valle, si è dovuta montare una specie di fortezza Bastiani. E` quell'assurdità che salta agli occhi a chi, come Schiavella, si trova finalmente di fronte al cantiere più famoso d`Italia.
Qui, di fronte ai cavalli di frisia, Dario Boni, sindacalista della Fillea Cgil del Piemonte, snocciola i dati della crisi del settore nella provincia di Torino: tra ottobre 2012 e luglio 2013 si sono persi 2.300 occupati, il 14 per cento. Nello stesso periodo il numero delle imprese è sceso dell`11 per cento. Dati di una debacle che non è certo il solo cantiere di Chiomonte a poter frenare. Ma anche dati che rendono difficile spiegare per quale motivo dire no a un cantiere identico a quello che a Bardonecchia sta scavando il raddoppio del Frejus. Tra i lavoratori in pausa mensa c`è anche chi nutre dubbi sull`utilità della Torino Lione: «Io qui ci lavoro - dice uno di loro - e sono contento di farlo perché il lavoro è lavoro. Ma ci sono degli studi del Politecnico di Torino che sollevano dei dubbi sull`utilità. Certo, se nel frattempo si raddoppia la galleria autostradale questa ferroviaria sarà sempre meno utile. Abito in val di Susa da 35 anni e so per certa una cosa sola: in questa valle, ancora oggi, non si muove foglia che la Sitaf non voglia». Poi si allontana dal gruppo e torna verso l`imbocco della galleria a spingere la talpa ancora un po` verso l`avvio dello scavo.