02.04.12 Sabato in due incidenti avvenuti a Torino e Milano, sono morti due lavoratori e due sono rimasti gravemente feriti. Oggi un'altra vittima a Catanzaro, in un marmificio.
A Torino sono caduti in tre per 40 metri insieme a tubi di ferro e assi di legno che improvvisamente hanno ceduto sotto ai loro piedi. Lo schianto a terra e' stato fatale per Cosimo Di Muro, operaio edile di 47 anni residente a Canosa di Puglia (Bari), ennesima vittima sul lavoro in quello che ormai pare diventato uno stillicidio quotidiano. L'uomo stava lavorando al cantiere di costruzione dell'inceneritore di Torino, dove lo scorso 3 marzo era morto, in un incidente dalle dinamiche simili ma non analoghe, il caposquadra AntonioCarpini.Sul ponteggio con Di Muro c'erano il fratello Antonio, 39 anni, e il romeno Mihai Lupu, 24 anni, che abita a Ravenna. I due se la caveranno, anche se il loro decorso clinico viene tenuto sotto stretta osservazione dai medici dell'ospedale Cto di Torino, dove sono stati trasportati con l'elisoccorso. Il piu' grave tra i due e' l'italiano, che ha riportato una contusione polmonare e una epatica oltre a numerose fratture. I tre operai sono tutti dipendenti della Edil Due, la ditta di Ravenna per cui lavorava anche Carpini.
A Milano il titolare di un'impresa edile, un cittadino egiziano di 41 anni, e' morto cadendo dal quarto piano di un palazzo. L'uomo, assieme ad altri tre operai, stava ristrutturando un appartamento in uno stabile di via Suzzani, nella zona nord della citta'. Secondo le prime ipotesi, il 41enne avrebbe perso l'equilibrio mentre stava sistemando il cavo di una carrucola usata per realizzare i lavori, precipitando dal balcone. Trasportato in codice rosso all'ospedale Niguarda, e' morto poco dopo le 15.
Oggi nella provincia di Catanzaro l'altro incidente mortale. A perdere la vita un operaio di 50 anni, Domenico Burdino, in un marmificio a Girifalco. L'uomo stava spostando delle lastre di marmo con un carrello quando, per cause da accertare, una di queste si e' sganciata e lo ha schiacciato. Sono stati chiamati i soccorsi, ma per l'operaio non c'era piu' niente da fare.


LE DICHIARAZIONI SULL'INCIDENTE DI TORINO
Appena avuta la notizia, da Walter Schiavella il commento "è l'ennesima conferma che se in Italia abbiamo un'emergenza e' quella che riguarda la tutela e la sicurezza sul lavoro'. Nello stesso cantiere il 3 marzo scorso - ricorda il sindacalista - mentre 30mila edili protestavano in piazza per richiamare il governo a intervenire anche sulla sicurezza, era deceduto un altro operaio con le stesse modalita' della tragedia di oggi: questo e' inaccettabile anche perche' accade in un cantiere pubblico''.
Secondo Schiavella questo ''dimostra che in questo mese non e' cambiato nulla come purtroppo da diverso tempo a questa parte. Anzi - aggiunge - si sceglie ancora una volta la strada deregolatoria e dell'indebolimento dei controlli che sembra essere l'unica strada scelta da governo.''. Inoltre ''non abbiamo ancora avuto alcun segno di attenzione da parte del ministro del Lavoro che, unitariamente, oltre un mese fa abbiamo sollecitato ad aprire un confronto con sindacati del settore ma a quella richiesta di incontro - conclude - non abbiamo ancora avuto risposta''.
Da Fillea e Cgil di Torino la richesta di ''chiudere il cantiere dell'inceneritore. Le indagini facciano il loro corso, ma si fermi il cantiere'', affermano Donata Canta e Dario Boni.
''I due incidenti - sottolineano - riguardano la stessa opera, la stessa impresa e, segnale inquietante, sono avvenuti sempre di sabato''.
I sindacati ricordano che nella provincia torinese ci sono state otto vittime in incidenti sul lavoro e quattro feriti gravi in cinque mesi: ''Uno o due morti alla settimana - dicono Cgil e Fillea - non colpiscono come la tragedia della Thyssen ma sono ugualmente gravi e meritano lo stesso impegno, la stessa indignazione e la stessa capacita' di reazione''''era stato promesso un piano straordinario di controlli, ma siamo rimasti sul piano delle parole. Ora servono i fatti perche' la situazione e' fuori controllo: nei cantieri torinesi ci sono state otto vittime negli ultimi cinque mesi''.
Boni ricorda lo sciopero generale della categoria del 13 marzo scorso, ''dopo la morte dei due lavoratori travolti da un camion in un cantiere dell'autostrada Torino-Aosta. Era stato promesso - dice il segretario della Fillea - un piano di emergenza, ma la situazione e' di stallo. Il ministro Fornero dice che non bisogna abbassare la guardia? Bene, faccia seguire alle parole i fatti''.

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