Sindacato Nuovo, Luglio 2021. Come dare continuità ai cantieri nei prossimi dieci anni. Di Edoardo Zanchini, Vicepresidente nazionale di Legambiente.
Il superbonus per la riqualificazione del patrimonio edilizio ha segnato un cambiamento enorme per il settore delle costruzioni, portando un’attenzione senza precedenti nei confronti delle possibilità di intervento su case e condomini. La discussione degli ultimi mesi si è incentrata in particolare sulla proroga del provvedimento oltre il 2022, che rischia di frenare l’attenzione e di fermare i progetti, e sulla complessità delle procedure di intervento nei condomini.
Quest’anno sarà importantissimo rispetto alle scelte su queste decisioni che dovranno trovare risposta nel Decreto semplificazioni in corso di approvazione in Parlamento e nella Legge di Bilancio 2022. Ma la sfida più importante che si apre ora sta nel capire come dare continuità ai cantieri nei prossimi dieci anni, con l’ambizione di diventare un motore della transizione ecologica del Paese grazie a interventi capaci di ridurre consumi energetici e emissioni di gas climalteranti.
È anche un problema di risorse, perché nessun Paese al mondo si può permettere di restituire il 110% delle spese per gli interventi di riqualificazione a tutti i propri cittadini, ma è soprattutto un’occasione per cogliere le opportunità che si aprono per dare certezze agli investimenti. La direzione è quella segnata dall’Unione Europea, che ci chiede da tempo di definire un piano per riqualificare il patrimonio edilizio pubblico e privato con chiari obiettivi energetici da raggiungere e di innovare il settore attraverso la spinta al recupero e riciclo dei materiali.
Una prospettiva di trasformazione del settore coerente con il progetto di Next Generation UE nel quale la transizione ecologica va avanti in parallelo con quella digitale e che permette di rafforzare la coesione sociale, di far crescere le competenze nel settore e la qualità degli interventi. Per riuscire in questa sfida le scelte da prendere sono chiare.
La prima è quella di legare gli incentivi a chiari e più ambiziosi obiettivi di riduzione dei consumi energetici, a vantaggio delle famiglie, che con l’attuale versione del superbonus sono davvero inadeguati a fronte di un così rilevante contributo da parte dello Stato.
La seconda scelta riguarda la semplificazione degli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e in particolare dei condomini. Qui serve una rivoluzione, perché l’obiettivo è di trasformare completamente il patrimonio edilizio costruito nel secondo dopoguerra, con tutti i problemi di inadeguatezza delle prestazioni energetiche e di sicurezza statica. Su questi edifici deve essere sempre possibile e gratuito ripensare i prospetti, cambiare la disposizione e la dimensione delle finestre, creare balconi e terrazzi, schermature solari e realizzare cappotti termici perché solo così possiamo rendere quegli edifici più belli e vivibili, oltre che con fabbisogni di riscaldamento e raffrescamento fortemente ridotti.
Il terzo obiettivo è mettere ordine in un sistema di detrazioni fiscali che oggi è articolato tra incentivi che spaziano tra il 36 e il 110% senza alcun chiaro legame rispetto al perché un intervento sia premiato con un’aliquota e un altro no, generando confusione e incertezza. Intervenire qui è anche un modo per dare continuità agli interventi anche oltre l’orizzonte del superbonus, perché la detrazione completa dovrà continuare ad essere garantita per gli interventi che riguardano il patrimonio di edilizia residenziale sociale e le famiglie a basso reddito, ma oggi anche con un’aliquota inferiore i cantieri sono convenienti perché si rientra dalla spesa grazie alla riduzione dei consumi energetici.
Ma per rendere possibile questo cambiamento abbiamo bisogno di rendere più semplice e a basso costo l’accesso al credito per le famiglie e le imprese, attraverso un fondo statale a copertura del rischio e degli interessi. In uno scenario di questo tipo diventa possibile costruire un progetto di diffusa riqualificazione del patrimonio edilizio, da nord a sud, dalle grandi città ai piccoli centri.
Si potrebbero aprire grandi opportunità per un cambiamento del lavoro nel settore, per rafforzare il sistema delle imprese e crearne di nuove che si candidino ad essere protagoniste di progetti da costruire insieme a una filiera sempre più articolata e competente, con un grande investimento in formazione dei lavoratori, ed Enti locali capaci di garantire gare trasparenti e controlli dei cantieri. Legambiente ha condiviso dall’inizio la proposta di Fillea di allargare agli interventi del superbonus il Durc di congruità proprio perché siamo convinti che sia una battaglia di civiltà per cancellare lavoro nero e insicurezza dei cantieri.
La transizione ecologica è la grande sfida che avremo di fronte nei prossimi anni e può diventare una opportunità di cambiamento per il settore delle costruzioni in una direzione che è di interesse generale.