14.12.16 "Con il governo appena rimontato in sella, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio deve mantenere una promessa fatta prima del referendum: mettere mano al codice degli appalti approvato la scorsa primavera. La questione più urgente riguarda i lavori di progettazione e manutenzione autostradali, visto che - con le nuove norme - rischiano il posto fino a 3.600 lavoratori. O meglio, 3.200, perché 400 di questi sono già stati licenziati, spiegano i sindacati degli edili." Così apre l'articolo di Roberto Rombo sul Fatto Quotidiano del 14 dicembre, con il parere di Dario Boni.

 

L'articolo prosegue:

 

QUAL È IL PROBLEMA? L`articolo 177 del nuovo codice ha stabilito che i concessionari statali (quindi anche quelli delle autostrade) debbano affidare almeno 1`80% dei loro lavori con la procedura ad evidenza pubblica, potendo provvedere autonomamente solo al restante 20%. Nella vecchia legge, invece, erano previste diverse percentuali: 60% con bandi aperti e 40% in house. La scelta di cambiare è derivata dalla necessità di favorire la concorrenza.

Come al solito, però, c`è sempre il rovescio della medaglia e in questo caso sitrattadellaricaduta occupazionale. Le società che attualmente si occupano di progettazione e manutenzione autostradale sono storicamente tarate per il vecchio 40%; dimezzando il volume della loro produzione, inevitabilmente sono costrette a tagliare gli investimenti, a partire da quelli sul personale in eccesso. Ecco spiegato il numero così alto di lavoratori a rischio. Un guaio che non trovarisoluzione nemmeno nella clausola sociale inserita nel nuovo codice: tale clausola, infatti, per sua natura obbliga la nuova impresa ad assumere i d

I tre sindacati edili di Cgil, Cisl e Uil, quindi, chiedono una semplice modifica all`articolo 177: scorporare dalla nuova ripartizione 80-20 i lavori di progettazione e manutenzione autostradale. Un accordo sottoscritto con il ministero delle Infrastrutture e

Trasporti andava verso l`accoglimento della richiesta, ma poi la crisi di governo successiva al referendum ha congelato, tra le tante altre, anche questa vertenza. Mercoledì scorso i lavoratori interessati hanno scioperato e organizzato un presidio a Montecitorio. Ora che si è insediato un esecutivo nel pieno delle funzioni, a maggior ragione le sigle esigono che si tenga fede ai patti.

"La riconferma di Delrio al Mit spiega Dario Boni di Fillea Cgil è una nota positiva, perché proprio con lui abbiamo un accordo; adesso però lo mantenga". "È anche una questione logica - aggiunge Stefano Macale di Filca Cisl - che senso avrebbe affidare un bene a qualcuno e poi impedire di fare le manutenzioni?". Per via di questa battaglia, i sindacati sono anche stati accusati di fare il gioco di aziende non disposte a sfidare le concorrenti sul mercato.

"Noi non stiamo difendendo quelle società - avverte Boni - stiamo difendendo i dipendenti. Se il sistema viene spezzettato intantipiccoli appalti, non sarà più possibile stabilizzare il lavoro in questo settore".

 

 

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