30.11.15 " C'è da restare sconcertati oltre che indignati di fronte alla ennesima offesa nei confronti delle vittime della fibra killer dell'amianto, ai tanti lavoratori morti per mesotelioma e ai tanti ancora superstiti ma affetti da questa terribile malattia. Ai familiari morti per contagio, alle centinaia e migliaia di famiglie che riponevano, e continuano a riporre, fiducia nella giustizia e nello Stato." E' quanto afferma Giovanni Sannino, segretario generale della Fillea Campania, che prosegue
"Ancora una volta si mostra incomprensibile indulgenza nei confronti del magnate svizzero, Stephan Schmidheiny, responsabile moralmente, storicamente e fattualmente di migliaia e migliaia di omicidi di lavoratori nelle sue fabbriche di amianto, ricavandone profitto a buon mercato."
"Solo le maglie della giustizia non si sono chiuse con la giusta sanzione per il padrone dell' amianto - prosegue - prima con la prescrizione a Bagnoli, dove ci sono state 540 vittime accertate e una devastazione ambientale inaudita, nel primo processo poi capovolta nell'appello. Poi con la prescrizione tombale del processo in cassazione con una sentenza a dir poco discutibile. Adesso derubricando il reato da omicidio volontario a colposo e spacchettando il processo in quattro tronconi, con i problemi che questo implica."
È un modo come un altro "per farla passare liscia al principale responsabile di tanto lutto e dolore" conclude Sannino "ci resta l'unica soddisfazione, se così possiamo definirla, del rinvio a giudizio deciso dal GUP, che ci consente come Sindacato e come Associazione Mai Più Amianto, sorta a Bagnoli qualche anno fa, di dire che non lasceremo nulla di intentato per ottenere giustizia e dignità."
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