27.10.16 L’Ape e la fatica del lavoro degli edili. La Fillea come sindacato di lotta e di governo, i settori in crisi, Casa Italia, l’innovazione necessaria e la ricostruzione, il ruolo della contrattazione: sono questi i temi toccati da Alessandro Genovesi, da qualche mese alla guida del sindacato delle costruzioni della Cgil, in un forum con Rassegna Sindacale. “Trentasei anni di lavoro, per un edile sono tanti – esordisce il sindacalista –. E per chi ha una carriera discontinua rappresentano un tetto, insieme a quello dei 1.500 euro lordi mensili, che renderà l'Ape agevolata un messaggio di propaganda piuttosto che una risposta concreta. In questo modo si crea, infatti, una situazione paradossale: chi ha 36 anni di contributi sta già a 1.500, 1.600 euro netti, e dunque non potrebbe accedere alla misura.

 Chi invece sta sotto ai 1.500, probabilmente non raggiunge i 36 anni di contribuzione. Insomma: dentro un’intesa che oggettivamente segna un’inversione di tendenza (più risorse ai pensionati, uscita per gli usuranti resa più agevole, attenzione ai precoci) si è sottovalutato un tema, quello della discontinuità contributiva che caratterizza molti lavoratori, tantissime donne, il Sud. L’errore, credo, sia stato quello di definire prima le risorse e poi, su queste, stabilire la platea dei beneficiari. Ma io penso sia una scelta miope, soprattutto se si pensa al futuro del settore edile”.

 

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