IPOTESI DI INTESA TRA COLACEM, SACCI E BARBETTI
24.09.10 La partita coinvolge Colacem, Sacci e Barbetti, i tre gruppi cementieri che guidano la seconda linea alle spalle di Italcementi, Buzzi Unicem e Cementir. È un dossier in cui si incrociano dynasty familiari, quote contese, debiti da mettere a posto e relazioni...
IPOTESI DI INTESA TRA COLACEM, SACCI E BARBETTI
24.09.10 La partita coinvolge Colacem, Sacci e Barbetti, i tre gruppi cementieri che guidano la seconda linea alle spalle di Italcementi, Buzzi Unicem e Cementir. È un dossier in cui si incrociano dynasty familiari, quote contese, debiti da mettere a posto e relazioni reciproche acuite da un biennio di mercato sfavorevole (-9% la produzione cementiera in Italia lo scorso anno, -15% previsti nel 2010). La disfida parte da Gubbio, dove hanno sede le Cementerie Aldo Barbetti e la Colacem dei quattro fratelli Colaiacovo. Ma tramite il lavoro di merchant bank e advisor coinvolti, è stata portata all’attenzione dei grandi player. Dal gruppo Pesenti a Buzzi, alla svizzera Holcim e la tedesca Heidelberg cement. Lo snodo che ha innescato il caso è una quota del 35% Barbetti in mano al gruppo romano Sacci di Augusto Federici, eredità di acquisti passati da un ramo azionario in uscita a Gubbio. La Sacci vuole vendere, anche per fare cassa e ridurre il debito contratto due anni fa per l’acquisto al prezzo di 267 milioni delle attività italiane di Lafarge (due impianti a Bergamo e Pescara, 13 siti per il calcestruzzo, quattro terminali portuali). Ovviamente solo Maria Antonella Barbetti, presidente e leader della famiglia, può trovare una soluzione. Il mandato è in mano a Mediobanca chiamata al lavoro per stabilizzare la compagine delle cemenrerie da cui potrebbero sganciarsi alcuni dei numerosi eredi (una ventina) dei cinque fratelli fondatori. Il tema si incrocia con un necessario restyling delle finanze Barbetti, che tre anni fa ha varato una joint venture con la turca Sanko per la costruzione di una nuova cementeria e di centrali calcestruzzo (a regime 4 milioni di tonnellate la capacità, 300 milioni di dollari i ricavi, 8% del mercato locale). Oltre a finire sui tavoli di Italcementi, Buzzi e altri big, il dossier non è passato inosservato ai dirimpettai della Colacem, anch’essa di Gubbio, che peraltro con i vicini hanno anche legami Familiari. Giuseppe Colaiacovo, per esempio, è sposato con Maria Elisa Barbetti. La libertà di movimento Colacem è però condizionata alla soluzione di una dynasty che da qualche tempo si è aperta tra i fratelli Giovanni (75 anni, presidente), Pasquale (78, vicepresidente), Carlo e Franco Colaiacovo (67 e 71 anni, consiglieri delegati). Dissapori su ruoli e strategie a cui non è estraneo l’arrivo della quarta generazione (12 esponenti tra cui Giuseppe, Ubaldo, Francesca e Luca già in cda) sul ponte di comando del gruppo controllato con quattro quote familiari del 25% attraverso la Financo. Suggeriscono fonti bancarie che un accordo sarebbe in vista con l’intervento in prima fila di Carlo, Ubaldo e Giuseppe Colaiacovo e ruoterebbe su una ipotesi di spartizione del gruppo cementiero che conta 610 milioni di ricavi, 10 impianti in Italia, presenze in Tunisia, Montenegro, Spagna e Canada. Insomma, i dossier Sacci, Barbetti e Colacem sembrano destinati a incrociarsi. Se non altro per sciogliere i legami, visto che l’innesco è la messa in vendita del 35% Barbetti da parte di Sacci. La vicenda è ancora fluida: dipenderà dal prezzo, dall’eventuale arrivo dei big player a Gubbio, dalla fantasia di Mediobanca e altre merchant nel trovate soluzioni inedite. (Daniela Poilizzi e Carlo Turchetti)
Fonte: Il Mondo, 24.9.10