21.10.156 L’operaio edile è un mestiere precario, gravoso e pericoloso, vanno tolti i paletti per accedere all’Ape agevolata: lo chiedono, in merito alla trattativa col Governo sulle pensioni, i segretari di Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil Toscana rispettivamente Giulia Bartoli, Ottavio De Luca e Ernesto D’Anna.
“Prevedere 36 anni di contributi versati per chi ha svolto lavori gravosi è stato un colpo di mano del Governo che probabilmente non si rende conto di cosa parla. Un edile quasi mai raggiunge la pensione di anzianità avendo nell'arco della vita lavorativa molti periodi di non lavoro. La carriera di un edile è fortemente discontinua perché precaria per eccellenza, un contratto dura il tempo di un appalto quando va bene, si può essere licenziati per fine fase lavorativa o per fine cantiere, dopo si aspetta un altro 'treno', un lavoro che parte. Così come sono troppi 30 anni di contributi se disoccupato”: così i segretari generali regionali di Fillea CGIl, Filca CISL e Feneal UIL Che aggiungono: “Siamo fortemente preoccupati sullo stato della discussione e in particolar modo, se pensiamo ai lavoratori di settori come l'edilizia, sui paletti per accedere allo strumento dell'Ape agevolata. Inoltre, il tetto a 1350 di reddito è troppo basso, rischia di far restare fuori una platea importante di persone”.
Concludono Giulia Bartoli, Ottavio De Luca e Ernesto D’Anna: “Chiediamo che tutto questo sia rivisto così da dare risposte ai tanti lavoratori edili che dopo i 60 anni sono ancora sulle impalcature, parliamo di un settore rischioso e gravoso dove gli incidenti gravi e mortali purtroppo sono frequenti. Su questo però non ci rassegniamo e chiediamo la modifica dei termini di accesso all'Ape agevolata, pronti a mobilitarci”.