02.09.16 "Passato il momento più intenso del dolore e dello sgomento, impegnati tutti nella solidarietà connessa alla tragedia e preoccupati ora di non lasciare sole le popolazioni colpite dal sisma di agosto, non si può però nascondere l’indignazione di chi – sindacato, mondo della ricerca, amministratori, associazioni ambientaliste – da anni è impegnato ad inserire nell’agenda politica ed economica del Paese, il tema della prevenzione." Così inizia il documento Fillea che il segretario generale Alessandro Genovesi ha consegnato ieri al Governo come contributo alla riflessione intorno al progetto "Casa Italia".

Il documento prosegue: 

"Perché se una calamità è prevedibile solo fino ad un certo punto, sicuramente le conoscenze e le tecniche da anni ci permetterebbero di ridurre al minimo gli effetti di tali eventi, salvando vite umane, territori, lavoro ed imprese.

Fare insomma ciò che è giusto ed utile, per difendere vite umane, non solo è possibile, non solo sarebbe (ed è) più conveniente sotto tutti i punti di vista (in termini di finanza pubblica, di creazione di lavoro di qualità, di innovazione, ecc.) ma è doveroso.

Eppure dopo ogni tragedia, tutti diventano esperti di prevenzione, tutti diventano paladini di un modello di sviluppo, di edilizia, di organizzazione, di salvaguardia del territorio diverso da quello che ci accompagna da decenni. 

Tranne poi, dopo “una fiammata” iniziale, ritornare allo status quo: tanti sono infatti gli interessi che impediscono ad una seria politica di prevenzione di affermarsi, troppi i veti culturali e normativi incrociati, scarsa la qualità di una classe dirigente che in Italia ed in Europa stenta a ragionare su tempi medio lunghi, inseguendo i problemi ed il consenso quotidiano.

Come Fillea Cgil (ma come Cgil tutta) potremmo cavarcela ricordando quanto, da sempre, e ben prima del 1999, siamo stati impegnati su questo tema, le proposte che abbiamo avanzato, da soli o insieme alle altre forze sociali, di impresa, del mondo delle professioni e della ricerca. Potremmo citare, solo recentemente, il documento “Dall’emergenza alla prevenzione: per una vertenza nazionale sulla prevenzione sismica” del 2012, o ancora il “Progetto nazionale per la prevenzione sismica” contenuto nel Piano del Lavoro del 2013 o il Documento della Cgil, redatto con il contributo della Fillea Cgil, della Funzione Pubblica Cgil, della FLC Cgil del Giugno 2015 o, infine, le proposte unitarie di Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil, consegnate il 10 Giugno 2016 al tavolo, aperto dal Ministero delle Infrastrutture, sulle politiche industriali per il settore delle costruzioni ….

E così potrebbero fare tanti altri soggetti, portatori di interessi diversi (come l’Ance, le Università, l’ordine dei Geologi, degli Architetti, Legambiente, ecc.) tutti uniti però dal considerare la fragilità del nostro territorio un problema certo, ma anche un’occasione di sviluppo - se affrontato con scelte chiare - facendo sistema, mettendo la sostenibilità dei processi produttivi e il territorio come risorsa pubblica, al centro dell’agenda economica e politica del Paese.

Ora il Governo Renzi sfida in positivo tutte le forze del Paese per avviare una nuova fase in materia di prevenzione, rafforzando proprio l’idea di una strategia di sistema a 360 gradi: a questa sfida, come sempre, la Fillea Cgil  non si sottrae e con questo documento vuole dare un proprio, primo, contributo.

Un contributo al Governo, alle Regioni, alle istituzioni locali, ma anche a tutte le forze sociali e politiche che su questo terreno vorranno confrontarsi.

Da una tragedia (l’ennesima) potrebbe infatti partire una spinta nuova, per un modello di sviluppo che crei occupazione di qualità, che investa su ricerca ed innovazione, sostenibilità mettendo al centro la cura del territorio, cioè di noi stessi, delle nostre vite, delle nostre case, delle nostre città, delle nostre scuole e dei nostri ospedali, delle nostre imprese. 

Unendo idee, sforzi, risorse per un obiettivo comune, per il nostro comune futuro.

Del resto la fragilità delle nostre aree urbane, del nostro patrimonio edilizio, dei nostri territori sono conseguenza non solo delle caratteristiche storiche dei nostri centri abitati, del policentrismo diffuso dell’insediamento umano, ma anche dell’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione, della scarsa cultura della responsabilità, delle stesse norme che presiedono al governo del territorio, di una scarsità di risorse dovute ad altre e diverse priorità individuate nel tempo, tanto a livello locale che nazionale ed europeo.

Le politiche per la prevenzione sono un tutt’uno con la qualità dei modelli di sviluppo e del lavoro, della loro sostenibilità, sicurezza, qualità. Sono un tutt’uno con la cultura della legalità, dei controlli, della responsabilizzazione dei diversi soggetti. Rimandano, in sostanza, alla qualità della programmazione, al grado di partecipazione delle comunità, dei cittadini, delle forze sociali che li rappresentano.

vai al resto del documento, contenente le proposte della Fillea Ccgil >>