12.12.13 Domani 13 dicembre si realizzerà a Napoli una delle quattro manifestazioni interregionali previste dallo Sciopero Generale del settore dell'edilizia, proclamato dalle Federazioni nazionali delle Categorie Feneal-UIL, Filca-CISL, Fillea CGIL, per il rinnovo del Contratto nazionale Collettivo di lavoro. L'appuntamento è alle ore 9.30 in Via Santa Lucia (adiacente il Palazzo della Regione Campania) con il comizio conclusivo in Piazza dei Martiri di Giovanni D'Ambrosio, Segretario Filca Campania, Franco Tavella Segretario della CGIL Campania e Massimo Trinci Segretario nazionale Feneal. Ci saranno delegazioni di lavoratori delle Puglie, della Basilicata, della Calabria e del Molise.
Uno sciopero di otto ore per rispondere alla decisione irresponsabile e miope da parte dell'Associazione dei Costruttori (ANCE) e delle Associazioni delle Cooperative (COOP) di interrompere le trattative annunciando la volontà di non corrispondere nemmeno un euro di aumento del salario e delle retribuzioni e di smantellare i diritti acquisiti dei lavoratori a partire dall'Anzianità Professionale Edile (APE) un importante istituto contrattuale senza il quale si snatura la figura e la dignità di chi lavora, di svuotare la bilateralità ed incrementare la precarietà.
Dopo 11 mesi di trattative gli imprenditori, i "padroni del mattone" mostrano il loro vero volto di chi è interessato al solo profitto e alla mera sopravvivenza illudendosi di uscire dalla crisi scaricando sui diritti e sul contratt gli effetti della stessa.
In Campania sono oltre 100mila gli addetti che sono senza contratto dal dicembre 2102.
Un settore falcidiato da una crisi senza precedenti (solo negli ultimi due anni 30mila sono i lavoratori espulsi dai cantieri, mentre continuano a ristagnare le politiche d'investimento e di lavoro vero.
Solo annunci uno dietro l'altro senza ricadute concrete ed immediate.
Con la decisione dell'ANCE e delle COOP si da un duro colpo non al sindacato, ma ai lavoratori e ad un settore che avrebbe bisogno del massimo di coesione per svoltare pagina.
Per il Sindacato la giornata di domani vuole essere un monito verso il Governo, la Regione perchè si inverti la rotta dell'azione di governo, si recuperi lo scarto a tratti drammatico tra le dichiarazioni di "buona volontà" e gli atti concreti.
A partire dai Grandi Progetti, agli Interventi di riqualificazione e rigenerazione sulle città, al Progetto Pompei, alle buone infrastrutture sostenibili.
Ma vuole essere un monito verso i padroni edili che non si illudano di poter risolvere i problemi scaricandoli sui lavoratori.
Uno sciopero di otto ore per rispondere alla decisione irresponsabile e miope da parte dell'Associazione dei Costruttori (ANCE) e delle Associazioni delle Cooperative (COOP) di interrompere le trattative annunciando la volontà di non corrispondere nemmeno un euro di aumento del salario e delle retribuzioni e di smantellare i diritti acquisiti dei lavoratori a partire dall'Anzianità Professionale Edile (APE) un importante istituto contrattuale senza il quale si snatura la figura e la dignità di chi lavora, di svuotare la bilateralità ed incrementare la precarietà.
Dopo 11 mesi di trattative gli imprenditori, i "padroni del mattone" mostrano il loro vero volto di chi è interessato al solo profitto e alla mera sopravvivenza illudendosi di uscire dalla crisi scaricando sui diritti e sul contratt gli effetti della stessa.
In Campania sono oltre 100mila gli addetti che sono senza contratto dal dicembre 2102.
Un settore falcidiato da una crisi senza precedenti (solo negli ultimi due anni 30mila sono i lavoratori espulsi dai cantieri, mentre continuano a ristagnare le politiche d'investimento e di lavoro vero.
Solo annunci uno dietro l'altro senza ricadute concrete ed immediate.
Con la decisione dell'ANCE e delle COOP si da un duro colpo non al sindacato, ma ai lavoratori e ad un settore che avrebbe bisogno del massimo di coesione per svoltare pagina.
Per il Sindacato la giornata di domani vuole essere un monito verso il Governo, la Regione perchè si inverti la rotta dell'azione di governo, si recuperi lo scarto a tratti drammatico tra le dichiarazioni di "buona volontà" e gli atti concreti.
A partire dai Grandi Progetti, agli Interventi di riqualificazione e rigenerazione sulle città, al Progetto Pompei, alle buone infrastrutture sostenibili.
Ma vuole essere un monito verso i padroni edili che non si illudano di poter risolvere i problemi scaricandoli sui lavoratori.