01.05.12 "una grande manifestazione con migliaia di persone, come da anni non se ne vedeva" e' quanto ha affermato Walter Schiavella al termine del comizio che quest'anno ha visto protagonisti gli edili della CGIL nella celebrazione del 65 anniversario della strage di Portella della Ginestra "gli edili hanno risposto con una grande generosità, giungendo da tutta la Sicilia e dalle altre regioni per ricordare al paese che la lotta per la legalita' nel nostro settore e' la condizione principale delle nostre battaglie per il lavoro e per i diritti." A proposito delle contestazioni a Bersani da Schiavella la secca condanna "possiamo dividerci, possiamo avere opinioni diverse, anche discutere animatamente, ma quando si viene a Portella occorre portare rispetto a quella terra dove e' stato versato sangue innocente."

Qui di seguito alcuni stralci del comizio di Walter Schiavella.
VERITA’ GIUSTIZIA RISPETTO PER LE VITTIME DELLE MAFIE
A Portella 65 anni fa si consumò la prima strage di stato della storia repubblicana, una strage di uomini, donne, bambini  “di cui sono stati individuati solo gli esecutori -  la banda Giuliano -  e non i mandanti, da ricercare negli intrecci tra mafia, latifondisti, forze conservatrici, quei poteri forti che più avevano da perdere  dalle lotte di emancipazione dei lavoratori e dall’avanzata delle sinistre” ha ricordato il segretario Fillea chiedendo “verità, giustizia e rispetto”  per tutti i morti ammazzati dalle mafie, uomini, donne, giovani, bambini “per i servitori dello stato che vengono colpiti quando lo Stato non riesce a proteggerli, come ricordava Giovanni Falcone, assassinato con la sua scorta il 23 maggio di vent’anni fa a Capaci”, per tutti coloro che hanno avuto il coraggio di “dire no alla mafia perché convinti che chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola, come ricordava Paolo Borsellino, assassinato insieme alla sua scorta a Palermo il 19 luglio di vent’anni fa”, per chi ha pagato per non aver chiuso gli occhi e la bocca davanti alla mafie “combattendole con l’unica arma che aveva, la penna. Parlo di giornalisti coraggiosi come Cosimo Cristina,  Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato,  Peppino Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Beppe Alfano”, per chi  ha  dato la vita per affermare nella legislazione italiana che la mafia esiste “consegnando alla magi stratura uno strumento fondamentale per colpire le mafie nei loro interessi economici: il sequestro e la confisca dei beni. Parlo di Pio La Torre, parlamentare e grande dirigente del Pci, il primo deputato assassinato dalla mafia, che cadde a Palermo proprio 30anni fa insieme a Rosario Di Salvo sotto i colpi dei sicari.”  Ed ancora “per chi è morto perché ha fatto della lotta per l’emancipazione dei lavoratori e per la legalità il timone della propria vita, come fu nel ’48 per i dirigenti Cgil Epifanio Li Puma e Calogero Cangelosi, assassinati dalle mafie una settimana prima ed un mese dopo l’agguato a Placido Rizzotto” ex partigiano delle Brigate Garibaldi e grande dirigente della Cgil, a capo del movimento contadino siciliano, il cui corpo fu rinvenuto nel 2009 nelle foibe di Rocca Busambra e solo l’analisi del dna ne ha recentemente confermato l’identità. Schiavella ha ricordato poi che in quegli anni “furono oltre 50 i militanti e dirigenti della Cgil e della sinistra assassinati dalle mafie. A loro andrà il nostro pensiero il giorno in cui in forma solenne verranno celebrati i funerali di stato di Placido Rizzotto.”PRIORITA’ DEL PAESE: LAVORO DI QUALITA’ SICURO E LEGALE
Da Schiavella le critiche al governo, che alla crisi continua a rispondere con ricette sbagliate “sostituire gli investimenti con l’abbassamento delle regole e dei diritti” una via che “non ha futuro ma rischia drammaticamente di portarci indietro. Oggi la priorità del paese è il lavoro,  nel valore che ad esso assegna la nostra costituzione come strumento per l’emancipazione e per la costruzione di futuro per ciascuno concorrendo con ciò alla crescita economica e civile del paese.”Per creare lavoro occorre spezzare la spirale recessiva, occorrono risorse “ma  le risorse non ci sono perché 1/3 del reddito del paese sfugge al fisco creando un ‘area grigia fatta di evasione, irregolarità e sottosalario, dove ai lavoratori strangolati dalla crisi si offre solo una opportunità: rinunciare ai propri diritti in cambio di un lavoro purchè sia.”Di fronte a una situazione così c’è ancora chi pensa che il problema di questo paese “sia ridurre i diritti e le garanzie, diminuire i controlli, eliminare le regole. E’ quello che ha fatto il governo Berlusconi – Sacconi in questi ultimi anni, è quello che ancora oggi qualcuno  vorrebbe fare” ha proseguito Schiavella chiedendo una diversa politica economica con al centro equità fiscale e crescita “creando e rafforzando il lavoro di qualità, sicuro e legale.  Solo così si sconfigge il potere criminale e l’illegalità. lo stato non può rinunciare alle proprie politiche di investimento perché il denaro pubblico attrae la mafia. Lo stato così sarebbe sconfitto due volte e  con esso i lavoratori. La vera battaglia oggi è questa: zero euro alle mafie ma in costanza di una rinnovata capacità dello stato di investire per lo sviluppo. Oltre alla egregia opera di repressione occorre prevenzione, ma la prevenzione si fa fino in fondo solo se si presidiano le regole del mercato, dell’economia, della finanza, del lavoro.”Per Schiavella nell’azione del governo assente l tema della crescita, su cui  occorrono diverse politiche fiscali, un intervento sui grandi patrimoni e sulle rendite “per reperire le risorse necessarie per realizzare le infrastrutture prioritarie, per politiche industriali sostenibili, per investimenti per la messa in sicurezza del territorio e per interventi di recupero urbano.” 
E se lo sviluppo ad oggi e' il grande assente nelle politiche del governo “il disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, pur segnando una inversione di tendenza sul piano teorico rispetto alle spinte alla precarietà di questo ultimo decennio, non traduce davvero n ei fatti questa premessa” e grazie alla mobilitazione della Cgil e dei lavoratori “è stata abbandonata la prima proposta del governo su art 18, frutto di una impostazione sbagliata che vede nei diritti e nelle regole un ostacolo allo sviluppo. La riconquista del reintegro è risultato positivo. Ma oggi dobbiamo difenderlo contro tutte le spinte contrarie che vengono dal mondo delle imprese e volte ad alleggerire ancora le strumentazioni di contrasto della precarietà e della irregolarità.”ALLE IMPRESE: COERENZA NELLA LOTTA PER LA LEGALITA’, BASTA CON LA LOGICA “PICCOLE IMPRESE UGUALE MINORI REGOLE”. MINISTRO FORNERO LATITANTE
E allora da Schiavella una domanda “dove sta la coerenza delle imprese? Abbiamo in questi anni condiviso la necessità di affermare pienamente la legalità come premessa per rilanciare lo sviluppo, le regole come terreno per una sana competizione che selezionasse le imprese di qualità, la regolarità del lavoro come condizione di crescita verso un modello di sviluppo orientato alla sostenibilità. Ma ogni volta che si arriva al punto di tradurre i principi in norme efficaci e cogenti ecco che rispunta il ritornello sulla burocrazia, sulle regole che intralciano il libero dispiegarsi dell'attività imprenditoriale, sulla scarsa flessibilità che rende poco produttivo il lavoro, sulla specificità di un modello di impresa piccola, frammentata e destrutturata ma ancora proposto come vincente.”“Di fronte alla corruzione che inquina il mercato, di fronte alla penetrazione criminale nel settore delle costruzioni, di fronte al dilagare della concorrenza al ribasso, del lavoro nero ed irregolare, dello sfruttamento e dell'insicurezza che genera centinaia di omicidi nei cantieri, la coerenza deve far premio sugli interessi di bottega” e allora “come non affrontare davvero la necessità di dare regole trasparenti al mercato degli appalti senza piegarsi all a logica della corruzione e dei ribassi? Come non agire concretamente con norme cogenti ed esigibili contro ogni utilizzo nel settore di forme assurde di flessibilità come il lavoro a chiamata, le partite IVA, l'associazione in partecipazione? Come non dare concretezza ad un quadro di tutele rinnovando i contratti integrativi provinciali? Come non schierarsi a favore di tutte le norme ed i controlli per scardinare una evasione fiscale che vede nel settore punte esplosive?”Non e' più tollerabile che “la difesa di un modello di  micro impresa come quelle che oggi costituiscono la stragrande maggioranza del settore giustifichi in virtù di questo nanismo regole più blande in materia di trasparenza, di fisco, di sicurezza” è la denuncia del numero uno Fillea, che chiede “una legge sulla qualificazione di impresa, quella stessa legge che invece non riesce a vedere la luce per l'ostilità delle associazioni artigiane, ma soprattutto per l'inerzia del governo. Basterebbe attivare quella delega prevista dal d.lgs 81 in materia di sicurezza sul lavoro rendendo cogente la cosiddetta patente a punti per tutte le imprese che mettono piede nei cantieri secondo l'avviso comune sottoscritto dai sindacati di categoria e da quasi tutte le Ass.ni imprenditoriali” sui cui il Ministro Fornero è  “latitante, mentre nel frattempo nei cantieri continuano irregolarità ed omicidi sul lavoro”.
Ma la stessa latitanza il Ministro l’ha mostrata di fronte alla richiesta di incontro urgente inviata dai  sindacati delle costruzioni  dopo la grande manifestazione nazionale del 3 marzo a Roma “anziché andare in giro  a fare assemblee il ministro del lavoro risponda alla richiesta di confronto avanzata dal sindacato, faccia il suo mestiere” .
Da Schiavella infine l’appello  a “ricostruire e rafforzare l'unità dei lavoratori e del sindacato. Su un obiettivo così importante, per i lavoratori e per il paese, dobbiamo ,se sarà necessario,saper rimodulare e ridefinire lo stesso programma di mobilitazione che la CGIL ha già deciso. Sarebbe questo il messaggio più forte che da questo primo maggio possiamo dare alle speranze dei lavoratori e del paese che, oggi come 65 anni fa,sono sempre e semplicemente le stesse: giustizia sociale, lavoro, diritti.”