"E' l'ennesimo incidente sul lavoro che si verifica per mancanza delle misure di sicurezza e assenza di dispositivi per la prevenzione infortuni, con il rischio che anche questo venga commentato dai soliti esperti in materia come una distrazione o eccessiva sicurezza da parte del lavoratore."
E' quanto afferma Roberto Cellini, segretario generale della Fillea Cgil di Roma e Lazio in relazione all'incidente avvenuto il 24 nuvembre ad un lavoratore Augusto Iorli, nel cantiere della nuova stazione ferroviaria di Roma Tiburtina. In questo stesso cantiere "non più tardi di luglio, con strascichi che si sono protratti fino a fine settembre, c'era stata una forte vertenzialità e conflittualità - prosegue Cellini - causata dal mancato pagamento dei salari e proprio dalle condizioni igieniche degli alloggiamenti dei trasferisti, oltre che dalle lacunose misure di sicurezza. Inoltre, nello stesso cantiere, soltanto sabato passato, c'è stato un altro infortunio denunciato oggi dagli stessi lavoratori riuniti in assemblea, con ricovero in ospedale per frattura ad una gamba e rimasto fino ad oggi sconosciuto." Il segretario Fillea ricorda che si tratta di un incidente "identico incidente avvenuto qualche anno passato, sempre in un cantiere della Coop7, con lo stesso committente e sempre in un cantiere di Roma della AV. In quella occasione, purtroppo, il lavoratore era morto sul colpo infilzato dai ferri di un basamento di cemento armato e anche in quella occasione i ferri erano sprovvisti delle necessarie protezioni." Come si capisce chiaramente invocare la fatalità non ha senso "anche se è vero che i dati degli infortuni nel Lazio (rapporto Inail) sono diminuiti nel 2008, è anche vero che è diminuito il numero di lavoratori occupati nel settore a causa della crisi con effetti proporzionali. Il dato interessante e rilevato dalla Cassa Edile di Roma è che la percentuale delle malattie e infortuni sul numero delle ore lavorate è solo del 3%" dato che il segretario Fillea ritiene poco probabile "la verità è che sempre più spesso non vengono denunciati né infortuni né malattie, con una presenza incredibile di circa 16.000 lavoratori part-time: una legge di civiltà piegata all'evasione fiscale e contributiva." Infine, la Fillea di Roma e Lazio sottolinea "la difficoltà ad eseguire ispezioni da parte degli organi competenti, malgrado lo sforzo anche personale degli ispettori, a causa delle leggi e dei provvedimenti recenti, il che completa un quadro preoccupante e con numeri da bollettino di guerra."