28.01.16 "Nell'incontro che si è tenuto oggi sul tavolo della Regione Emilia Romagna non sono stati fatti passi in avanti nella ricerca di una soluzione condivisa per la crisi di Open.Co (stabilimenti di Reggio Emilia e Modena) e Lavoranti in legno (stabilimento di Ferrara): tre realtà che occupano complessivamente circa 500 tra dipendenti e soci-lavoratori." E' quanto fanno sapere Maurizio Maurizzi e Antonio Mattioli, rispettivamente segretario generale Fillea regionale e segretario Cgil regionale dell'Emilia Romagna.
"Nella riunione di questa mattina - prosegue il comunicato - che faceva seguito agli impegni convenuti con gli accordi del 23 ottobre e 1 dicembre del 2015, la Lega delle cooperative si è presentata con una proposta incompleta e non rispondente agli impegni assunti: un piano industriale che non risponde alla continuità produttiva di tutti e tre i siti e dei conseguenti livelli occupazionali.
Un piano che vede per ora completamente assente la realtà di S. Martino in Rio (Reggio Emilia) e per questa ragione non ricevibile. Contestualmente i commissari liquidatori delle due società hanno chiarito che è necessario avere più tempo a disposizione per proporre soluzioni compiute e coerenti con la gestione commissariale. Per quanto ci riguarda siamo fermi a quanto convenuto negli incontri precedenti ed in particolare con quanto previsto dal punto 4 dell'intesa dl 23 ottobre 2015 e cioè: le parti ribadiscono la necessità di intraprendere un percorso di specializzazione e di complementarietà che coinvolga tutti gli stabilimenti (Ferrara, S.Martino in Rio, Castelvetro).
Per questa ragione la Regione ha proposto di riaggiornare l'incontro che si dovrà tenere nella seconda metà di Febbraio, Come Cgil confermiamo che l'unica soluzione possibile passa attraverso un piano condiviso che, oltre a tenere conto di tutti e tre i siti produttivi, dia una risposta socialmente sostenibile all'occupazione e all'economia dei singoli territori. Il sistema cooperativo non può cavarsela con un'operazione di pura testimonianza, socialmente ed industrialmente insostenibile.
Siamo convinti che da queste due realtà in liquidazione possa nascere un soggetto industriale in grado di competere sul mercato e di rispondere a una responsabilità che l'impresa, ed in particolare la cooperazione, deve assumere come priorità."
Fonte: Ufficio Stampa Cgil Emilia Romagna