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Referendum

Sindacato Nuovo, novembre 2023, pag. 3-4. L'intervista a Bruno Bothua, Segretario generale della CGT-FNSCBA, Federazione Nazionale Francese dei Lavoratori dell’Edilizia, del Legno e dell’Arredamento. A cura di Marco Benati | Fillea Cgil Nazionale.

D. Segretario, sia in Francia che in Italia gli investimenti in edilizia sono cresciuti in modo esponenziale – si pensi al progetto Greater Paris e alle strutture per i prossimi Giochi Olimpici – ma quali sono le condizioni di lavoro nei cantieri?

R. Le condizioni di lavoro e di sicurezza sono diverse nei cantieri olimpici e in quelli della Grande Parigi. Questa differenza può essere spiegata dalla carta sociale istituita per i cantieri dei Giochi Olimpici, che impone regole più severe in termini di salute e sicurezza per le aziende che vi lavorano.

D. E gli infortuni?

R. Come per la domanda precedente, esiste una chiara differenza tra i due tipi di cantiere. Grazie alla Carta sociale, siamo in grado di organizzare visite regolari delle organizzazioni sindacali (in collaborazione con BWI). Sono state stanziate risorse per le visite regolari degli ispettori del lavoro nei cantieri. I risultati sono convincenti: cinque morti nei cantieri della Grande Parigi, zero in quelli dei Giochi Olimpici. Questo dimostra che se riusciamo a sviluppare questo tipo di carta a livello internazionale, possiamo avere un impatto diretto sulla sicurezza dei lavoratori nelle nostre professioni. Attualmente stiamo lavorando con la Société du Grand Paris per istituire un comitato per la sicurezza e siamo fiduciosi che riusciremo nell’intento.

D. I lavoratori italiani sono rimasti colpiti dalle mobilitazioni di massa dello scorso anno sostenute dalla CGT in Francia. Può spiegare brevemente l’attuale situazione politica e sociale?

R. La situazione politica è complicata: abbiamo un governo che non ha la maggioranza assoluta nell’Assemblea nazionale. Ciò significa che, senza un consenso con le altre organizzazioni politiche, il governo utilizza regolarmente l’articolo 49.3 della Costituzione per far passare riforme dannose per i lavoratori. Questo peggiora inevitabilmente la situazione sociale del Paese, perché questo governo non è più ricettivo nei confronti dei sindacati del Paese di quanto lo sia nei confronti dei partiti politici progressisti. Gli unici a cui dà ascolto sono i grandi imprenditori, il che ha fatto guadagnare al nostro Presidente il soprannome di “Presidente dei ricchi”. Purtroppo, stiamo assistendo a un’ascesa dell’estrema destra, di cui il Presidente è in gran parte responsabile a causa del suo comportamento rigido e al limite dell’insulto nei confronti del suo popolo.

D. Dopo la manifestazione della CGIL a Roma il 7 ottobre, c’è stata la grande manifestazione europea a Parigi il 13 ottobre. Può dirci perché?

R. Innanzitutto, credo sia importante sottolineare che le nostre due centrali sindacali (CGIL e CGT) sono all’origine della proposta di questa giornata e che l’EFBWW ha immediatamente avanzato questa richiesta al congresso della CES del maggio scorso. Abbiamo definito sei richieste principali per un aumento generale dei salari: cibo, affitti, energia, trasporti, ecc. Tutto aumenta, tranne i nostri salari, e allo stesso tempo le grandi aziende continuano a moltiplicare i loro profitti senza dare nulla in cambio. Non si può continuare così.

Uguaglianza: nonostante la dichiarazione del governo di essere una “causa nazionale importante”, le donne sono ancora pagate, in media, un quarto in meno degli uomini.

Per i nostri servizi pubblici: ospedali, assistenza all’infanzia, vita indipendente, assistenza sociale, scuole, istruzione superiore, ricerca... i nostri servizi pubblici stanno morendo e il governo non cerca di invertire la tendenza.

Per l’ambiente: le conseguenze del cambiamento climatico sono drammatiche. Abbiamo urgentemente bisogno di agire per una transizione ecologica socialmente giusta e di una vera pianificazione, costruita con i lavoratori, per anticipare le esigenze di formazione e la creazione o ri-creazione di interi settori.

Per le nostre pensioni: la riforma delle pensioni entrata in vigore il 1° settembre è altrettanto brutale, ingiustificata e impopolare. Condanna molti colleghi delle nostre professioni a una fine della vita lavorativa indegna di un Paese presumibilmente sviluppato, promettendo loro l’invalidità o la morte sul lavoro.

Per i nostri diritti: nelle aziende di tutto il Paese sono in corso numerose lotte, alcune delle quali fanno notizia sui media. Laddove i lavoratori sono organizzati in un sindacato, i rapporti di forza si invertono e sono possibili progressi concreti e quotidiani. Dobbiamo sviluppare questo diritto di organizzazione e lottare contro la repressione sindacale.

D. Cosa ritieni che il movimento sindacale europeo dovrà fare nei prossimi anni per contrastare le politiche di austerità e l’avanzata della destra?

R. Siamo di fronte a un capitalismo organizzato a livello globale. Le nostre organizzazioni sindacali europee e globali devono continuare a lavorare insieme, nel rispetto dei reciproci valori. In Europa dobbiamo trovare il modo di fare pressione sul Parlamento europeo per costruire un’Europa dei popoli, non un’Europa della finanza. Per contrastare l’ascesa della destra, dobbiamo essere il più possibile vicini ai lavoratori per spiegare loro l’aspetto dannoso delle politiche di destra e di estrema destra per i loro interessi. Dobbiamo lavorare per una nuova giornata d’azione europea il prossimo 13 dicembre a Bruxelles.

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