19.04.12 Nel luglio del 2006, Bogdan Mihalcea, operaio rumeno di 24 anni, clandestino e irregolare, moriva travolto da un' ondata di piena, mentre stava lavorando in un canale fognario in via Pietro Cossa, in Torino. Il suo corpo venne ritrovato dopo alcuni giorni di ricerche . Lavorava in un cantiere pubblico della SMAT, un lavoro appaltato all'impresa Fedet e subappaltato all'impresa Siciliano. Da quel giorno inizio un calvario per la mamma Maria che chiedeva giustizia per il suo Bogdan.
A distanza di quasi 6 anni da quel tragico evento, oggi la sentenza: condannati, con la condizionale, a 4 mesi Pietro Olivier e a 6 mesi Claudio Andrione dirigenti della SMAT, stralcio per Domenico Tipaldi e assoluzione per l'AD Paolo Romano.
Per l'impresa Siciliano invece 2 anni di reclusione per i titolari, Tony e Calogero Siciliano, pena per cui è prevista la condizionale nel caso sia risarcita la famiglia, assistita dall'Avv. Augusto Fierro, della somma di 170mila€ che si aggiungono ai 260mila già liquidati dalle assicurazioni SMAT.
Importante risultato anche per la Fillea Cgil, assistita dall'avvocato Nino Raffone, costituitasi parte civile al processo: transazione con la SMAT di 4mila € e riconoscimento della stessa, nella scrittura transattiva, sulla legittimazione della Fillea alla costituzione di parte civile con riferimento alla sua primaria funzione di tutela della sicurezza. Inoltre il Giudice Natale, riconoscendo le ragioni della Fillea di Torino, ha condannato l'impresa Siciliano al pagamento della somma di 5.000€ verso l'organizzazione sindacale.
Donata Canta, segretaria generale della CDL “ Dopo 6 anni si ottiene giustizia. Sicuramente non si cancella il dolore dei famigliari ma si dice chiaramente che la morte non e' stata una fatalità. Si sono individuate responsabilità anche nella committenza perchè la sicurezza non può essere scritta solo sulla carta, bisogna pretendere che venga agita. La Fillea Cgil con la costituzione di parte civile ha difeso il diritto alla sicurezza e ha aiutato la famiglia”.
Dario Boni, segretario generale della Fillea Cgil Torino:” Sono soddisfatto, dopo tanti anni la povera mamma di Bogdan e la sua famiglia hanno ottenuto quella giustizia che invocavano: Il PM Nuccio, con un'indagine difficile, ha ricostruito tutti i complicati passaggi di questo caso. Credo sia d'importanza straordinaria la sentenza, soprattutto sul versante delle responsabilità del committente pubblico. La difesa di SMAT, basata sul rispetto delle carte e delle procedure, evidentemente non è stata sufficiente al giudice per liberarla dalle mancate verifiche e accertamenti sulla regolarità di chi operava nel cantiere. Dopo aver sentito la difesa di Siciliano, che scaricava sul povero Bogdan le responsabilità della sua morte, ero disgustato. Oggi questa sentenza apre uno spiraglio sui controlli nei posto di lavoro, alle quali tutti i soggetti deputati a verifiche e controlli non possono più sottrarsi.”