26.02.14 La proposta presentata oggi al direttivo Cgil da Scudiere per la consultazione sugli accordi in materia rappresentanza “è il frutto proficuo della volontà di ricercare un punto di sintesi. E' una proposta che mi convince, ma credo non vi sia stata da parte di altri lo stesso atteggiamento costruttivo.”
E’ quanto afferma Walter Schiavella, segretario generale della Fillea, secondo il quale il regolamento sottoscritto il 10 gennaio “ci parla chiaramente di una conquista di obiettivi storicamente al centro delle nostre politiche rivendicative: i contratti nazionali li fanno i sindacati che rappresentano almeno i 51% dei lavoratori; i lavoratori votano per validare quei contratti con voto a maggioranza; la certificazione della rappresentanza avviene da soggetti terzi e non solo sul dato associativo ma anche su quello elettorale; le Rsu sono generalizzate ed elette senza più quote di riserva per nessuno” prosegue Schiavella “questi sono i fatti e parlare su questo del rischio di una dittatura della maggioranza è avere una idea della democrazia a giorni alterni. Ipotizzare poi possibili vizi di costituzionalità da parte non di terzi ma di pezzi della nostra organizzazione, non solo e' sbagliato ma è suicida.”
La vera discussione che dovremmo fare è sul limite di quegli accordi, che per il segretario Fillea sta nella “sua centralità industrialista in un sistema produttivo in cui le cose sono completamente cambiate. Dovremmo invece pensare a come applicare quegli accordi al mondo del lavoro frammentato e diffuso, a come usarli come strumento di riunificazione del lavoro, a quali forme di democrazia esercitare nelle realtà produttive disperse e frammentate.”
Sul percorso democratico “la consultazione con le modalità proposte consentirà di raccogliere il parere di tutti i nostri iscritti” perché “le diversità di condizione dei lavoratori hanno in Cgil la stessa dignità di quelle del lavoro tradizionale in una fabbrica, quelle diversità esistono e hanno tutte la stessa importanza e dignita'. Sta proprio nella capacità di fare sintesi di quelle differenze il valore insostituibile della confederalità. “
Quello che per Schiavella è inaccettabile è che “se ogni struttura della Cgil, se ogni categoria, trasformasse quelle differenze in valori identitari e ponesse condizioni al CD confederale per riconoscerne la validità delle decisioni, come purtroppo è accaduto in passato e accade oggi, tutto ciò sarebbe letale per il concetto stesso di confederalità. Siamo di fronte dunque non ad un problema statutario né tantomeno disciplinare ma ad un nodo eminentemente politico, che dobbiamo saper sciogliere e affrontare collettivamente.”