24.02.14 La mia sarà una Relazione introduttiva diversa, vista l’eccezionalità del luogo in cui ci troviamo e considerando che si tratta del primo Congresso di un Sindacato dentro le mura di un carcere. Proverò ad affrontare un argomento di sicuro interesse confederale e di estrema attualità (seppure superficialmente…il tema carcere in Italia) legandolo ad alcuni aspetti della nostra Categoria, intravedendone analogie, legandovi relazioni e dare un senso di concretezza alla giornata. Situazione simile vissuta lo scorso 4 dicembre con il nostro Convegno tenuto a L’Aquila sulle Linee Guida Antimafia, che ha avuto una prosecuzione concreta. Ve lo dirò tra poco, per dimostrare che anche una intelligente convegnistica può essere di supporto all’attività sindacale.
IL PIANO CARCERI
Il tema principale di questo nostro Congresso è il ‘Piano Carceri’. A breve, si spera, aprirà il cantiere di ampliamento di questo carcere, un nuovo padiglione capace di contenere altri 200 ospiti, un anno e mezzo di lavoro per un importo di quasi 13 milioni di Euro. Mi rendo conto che rappresenta un singolo pezzo della nostra Categoria ma vorrei provare a dimostrarvi che alcuni suoi aspetti (quelli che ci interessano maggiormente) avrebbero la pretesa di poter essere estesi a quello che è il tema vero in questo momento storico, per la FILLEA Provinciale, ossia la grande sfida della Ricostruzione di L’Aquila e delle decine di centri urbani del cratere sismico abruzzese. Per il ‘Piano Carceri’ abbiamo sottoscritto, lo scorso 25 settembre, in Prefettura, un Protocollo di Legalità per contrastare le ingerenze della criminalità organizzata e garantire trasparenza nell’intera gestione dell’appalto, in tutte le sue fasi. L’impianto generale del Protocollo ricalca le disposizioni già previste nelle Linee Guida Antimafia, dal controllo dei flussi finanziari, alla regolarità degli accessi in cantiere, al tracciamento dei flussi di manodopera con la costituzione di un apposito tavolo di monitoraggio. Su quest’ultimo punto sottolineo che è previsto un sistema innovativo, informatizzato, di cui le imprese dovranno dotarsi, capace di rilevare, attraverso un cartellino (badge) tutte le presenze e gli accessi in cantiere, compresi i lavoratori con partita IVA  e i lavoratori parasubordinati; tutto ciò servirà, anche per il cantiere di Sulmona, a fotografare la reale situazione e a denunciare alle autorità competenti eventuali ‘patologie’. Un sistema avanzatissimo di prevenzione, che ci vede direttamente coinvolti con la partecipazione al Tavolo di Monitoraggio. Non solo, ma il ‘Piano Carceri’ prevede l’obbligatorietà della contrattazione di anticipo, ossia regolare, prima dell’inizio del cantiere, tutte le condizioni di lavoro (una questione a noi carissima e saremo in grado di approntarla già nei prossimi giorni); parliamo quindi di buona contrattazione, di qualità, di diritti da garantire. Infine, l’utilizzo di materiali innovativi di costruzione, in una cornice lavorativa di altissima sicurezza.
LA RICOSTRUZIONE DEL CRATERE SISMICO NELLA LEGALITA’
Ecco il legame con la Ricostruzione post sisma. A seguito del nostro Convegno che ho citato prima, lo scorso 28 gennaio si è riunito, a quasi 4 anni dalla sua previsione legislativa, il Tavolo di Monitoraggio delle Linee Guida Antimafia per la Ricostruzione del cratere sismico. Da quel giorno, finalmente, con FILCA, FENEAL, la DTL e il Vice Prefetto Guetta (che ha la delega ai temi dell’antimafia) abbiamo iniziato a ragionare di quegli stessi aspetti previsti nel ‘Piano Carceri’ (una best practice), normati nelle Linee Guida. Per noi significa dare seguito al CIPL e ad alcune parti del DPCM 4 febbraio 2013: rispetto dei livelli salariali, DURC per congruità, lotta al lavoro nero spesso mascherato da false partite IVA, contrasto del fenomeno del caporalato. Lì, in quel Tavolo, per le OO.SS. degli edili si gioca la sfida della Ricostruzione; per la sua composizione iniziale e per la sua eventuale capacità di denuncia a chi di dovere (vedi GICER) di quelle situazioni di irregolarità e di illegalità che tanto ci preoccupano nella nostra azione quotidiana. Il 18 marzo è prevista una sua seconda riunione; abbiamo voluto innovare anche quel Tavolo, prevedendo, di volta in volta, approfondimenti tematici, coinvolgendo in maniera diversa gli Enti Bilaterali, l’INPS, l’INAIL, le Associazioni di Impresa, il Centro per l’Impiego, le Agenzie di Lavoro interinale. La sfida vera, oggi, è l’edilizia privata. Nel solco segnato da un documento nazionale di FILLEA FILCA FENEAL sui Protocolli di Legalità di Seconda Generazione dobbiamo provare a costruire una VI Linea Guida Antimafia che si occupi esclusivamente di Lavoro e che risolvi il problema dei controlli nella giungla della Ricostruzione privata. L’obiettivo temporale, a questo punto, è l’autunno 2014.
IL CAPORALATO
Stiamo comunque parlando di tutte fattispecie contemplate nell’art.12 del decreto legge n.138 del 13/8/2011 convertito dalla legge n.148 del 14/9/2011, che inserisce nel codice penale il reato di caporalato. Uno strumento che dovremmo iniziare ad utilizzare e con coraggio denunciare (anche attraverso il Tavolo di Monitoraggio in Prefettura) quelle imprese che sistematicamente violano la normativa relativa all’orario di lavoro, al riposo settimanale, alle ferie, all’aspettativa obbligatoria, al salario, alla sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, alla sistemazione alloggiativa particolarmente degradante. Le imprese subirebbero un danno enorme, economico e di immagine e noi avremmo svolto bene il nostro lavoro di tutela dei lavoratori. A tal proposito, potrà esserci utile il Gruppo di Lavoro ‘Caporalato’ costituito dalla FILLEA Nazionale, al quale partecipa anche il giudice del Tribunale di L’Aquila Simonetta Ciccarelli, intervenuta al nostro Convegno di dicembre e con la quale possiamo dialogare direttamente; inoltre la FILLEA di Pesaro ha già denunciato una vicenda di caporalato e nella prima udienza la CGIL è stata ammessa come parte civile al processo…un esempio da intraprendere.
I PROGETTI DELLA CATEGORIA
Sempre sul fronte della Legalità e per continuare a ‘concretizzare’ quel nostro Convegno, 1) abbiamo iniziato una collaborazione con l’Associazione LIBERA CONTRO LE MAFIE, condividendo un loro dossier sulla Ricostruzione a L’Aquila e la mafia in Abruzzo del dicembre 2010 (che trovate in cartellina) e aderendo alla campagna ‘Miseria Ladra’ contro la povertà e per la giustizia sociale. La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte e benissimo farà la CGIL Provinciale, nel suo Congresso, ad aprire una finestra di riflessione proprio sulla Costituzione italiana. Certo, ambiziosamente, a noi piacerebbe che l’Associazione LIBERA inserisca prioritariamente il Lavoro nel suo dibattito. Nella dialettica democratica il Sindacato deve provare anche a fare questo e ringrazio Angelo Venti, il Coordinatore Regionale di Libera, che ha voluto accettare questo confronto; perché “bisogna tornare a ragionare di economia mafiosa e avere coscienza che mafia e antimafia fanno economia” – Isaia Sales; Pio La Torre non pensava agli immobili confiscati alla mafia da dare al volontariato, ma ai capitali da rimettere nell’economia (la campagna ‘Miseria Ladra’ affronta anche queste problematiche). 2) Dovremo svolgere un approfondimento formativo sulla normativa del Distacco comunitario, magari con la FILLEA Regionale, per saper contrastare le ipotetiche sleali irregolarità presenti in tale meccanismo di utilizzo della manodopera. 3) La prossima pubblicazione dei Quaderni dell’Osservatorio Edilizia e Legalità della FILLEA Nazionale (la quarta), potrà occuparsi delle Linee Guida Antimafia del cratere sismico abruzzese, trascrivendo gli atti del nostro Convegno e prevedendo interventi anche della CGIL Provinciale e Regionale (magari con un’uscita anche su rassegna Sindacale), per diffondere nella nostra rete, a tutti i livelli, ciò che sta accadendo sul fronte Legalità e Ricostruzione e i successi ottenuti (vedi il Tavolo di Monitoraggio ma non solo). 4) Dopo i Congressi sarà impegno di questa FILLEA, insieme con la FILLEA Nazionale, istituire un master mafia/antimafia a L’Aquila, rivolto a dirigenti e funzionari di tutta Italia, delle strutture maggiormente coinvolte nei Protocolli Legalità e ad alto rischio di infiltrazione criminale nel settore (questa idea può essere estesa anche alla FLAI). 5) Il tema della Legalità con tutti i suoi strumenti di prevenzione e controllo finora argomentati e sperimentati (Protocollo Legalità, Tavolo di Monitoraggio dei flussi di manodopera, Contrattazione di Anticipo) dovranno guidarci nel futuro cantiere del Parco Urbano di Piazza d’Armi a L’Aquila (auditorium, area giochi per bambini, piazza con parcheggi interrati, edifici adibiti a servizi, chiesa); un’opera di rilevante interesse, soprattutto occupazionale, che il Ministero delle Infrastrutture stima in 37,5 milioni di Euro; per ora la disponibilità economica ammonta a 22 milioni di Euro: 3 raccolti dal Governo Australiano; 4 dai fondi della cosiddetta ‘Legge Mancia’ e 15 dal ‘Piano Città’ del Ministero (che ha finanziato 28 progetti di riqualificazione urbana in tutto il Paese); le notizie dal Comune di L’Aquila sono rassicuranti, mancherebbero poche settimane alla gara di appalto per cominciare i lavori nell’autunno 2014 (argomento che tratteremo sicuramente ed in maniera più puntuale al Congresso Nazionale della FILLEA visto lo slogan ‘Città Future’).
IL RINNOVAMENTO 
Sarà così realizzato, totalmente, quel “rinnovamento nella continuità” di cui parlava il Segretario Generale della CGIL Provinciale, Umberto Trasatti, il 22/11/2012, giorno dell’inizio di questa nuova FILLEA Provinciale. Un rinnovamento, però, che è già presente nello stile e questo Congresso lo dimostra. Quattro anni fa, proprio il 22/2/2010, si svolgeva il III Congresso della FILLEA Provinciale: lì, in un contesto differente, invitammo la politica, parlammo alla politica. Oggi vogliamo parlare di noi, vogliamo parlare del nostro mondo, vogliamo parlare ai nostri lavoratori (ecco giustificata la presenza di questi relatori, ognuno con un tema da approfondire). Non è una banalità. Questa Categoria non vuole vivere il presente per il presente, ma vuole tenere conto del passato per vivere un altro futuro. L’unico consenso che cerchiamo è quello dei lavoratori e i numeri contano. Possiamo affermare, oggi, che sul versante del proselitismo abbiamo il dato più alto in assoluto degli ultimi 10 anni e ciò nonostante le tante difficoltà. Un risultato molto positivo, considerando che non ci troviamo di fronte al più alto livello di presenze di lavoratori attivi negli Enti Bilaterali, come invece si era verificato subito dopo il sisma, negli anni 2009 e 2010, durante la fase dell’emergenza. Tutto questo è stato possibile (e dobbiamo ancora crescere per raggiungere il primato in provincia) perché, senza colpi di testa, ammettiamo che sotto la patina della Ricostruzione ci sono, per i lavoratori, i problemi di sempre; c’è una normalità nella difficoltà e nei mille problemi del settore edile che ci fa essere quelli di sempre, con umiltà e spirito di servizio e abnegazione.
L’AQUILA E LA SUA RICOSTRUZIONE
L’attenzione mediatica, locale e nazionale, sulla Ricostruzione della città capoluogo si riferisce, troppo spesso, alla cronaca giudiziaria. Sembra che la Ricostruzione sia un fatto esclusivamente giudiziario. Noi sappiamo bene che non è così. O, meglio, a noi interessa ricostruire in tempi certi, con risorse certe e nel rispetto generale delle regole. Quindi, prioritaria è la certezza costante dei finanziamenti. Dipende dalla volontà politica, essenzialmente nazionale. Perciò la Ricostruzione è un fatto nazionale, se non addirittura europeo. L’Aquila deve tornare al centro del dibattito politico nazionale, intersecando la sua rinascita con le altre grandi sfide che tocca affrontare al nostro Paese. Ora i lavori del centro storico, nel cosiddetto ‘asse centrale’ (che rappresenta un simbolo per la città), sono partiti ed il crono programma previsto dal Comune riconsegnerebbe nel 2016 ai cittadini quella importante porzione di socialità e aggregazione collettiva. Comunque, senza fare populismo e senza scomodare i NO TAV, ben più affascinante apparirebbe l’ipotesi del blocco degli acquisti degli F35, destinando i fondi risparmiati alla Ricostruzione della città. Stiamo parlando, in sostanza, di circa 50 miliardi di Euro che sarebbero subito a disposizione e dirottati sui problemi reali della nostra Italia. In sostanza (quello degli F35 è solamente uno dei tanti esempi), anche in termini ragionieristici e puramente contabili, il nostro Paese ha bisogno di nuove priorità e tra queste dovrà per forza esserci la Ricostruzione per tutto l’Abruzzo. Ben più enigmatica è, invece, guardando obiettivamente la città di oggi, la Ricostruzione sociale. L’OCSE scriveva, nel marzo 2012: “se gli abitanti di questa città non sceglieranno in maniera chiara il cambiamento, L’Aquila diventerà sempre di più una comunità frammentata e infine una città isolata e dimenticata”. Nulla di più vero! Ancora, nella sua relazione annuale, il sostituto procuratore antimafia Olga Capasso ha dichiarato che oggi, a causa di una relativa stasi nella Ricostruzione, le mafie, a differenza dei primi mesi dell’emergenza post sisma, si sono ritirate; vi sono state, subito dopo il 6 aprile 2009, imprese del nord legate a cosche del sud oppure imprese del sud tipicamente mafiose; queste sarebbero pronte a tornare prepotentemente quando arriveranno soldi freschi, nuovi. Perciò non va abbassata la guardia e vanno rafforzati i sistemi di prevenzione già esistenti. Questo deve essere il nostro impegno principale, perché, comunque, noi dobbiamo combattere “metodi mafiosi”. E’ un discorso generale: un mancato pagamento di retribuzione, un’omissione contributiva, il lavoro nero, un’assenza di versamento in Cassa Edile rappresentano, oltre che una violazione di legge e contrattuale, un “metodo mafioso”.
LE NOSTRE ASSEMBLEE
La fase che ha preceduto questo Congresso, ossia le assemblee con i nostri iscritti, è stata abbastanza ‘critica’; onestamente, i lavoratori che abbiamo incrociato erano molto distratti sulle cose del nostro Congresso, della CGIL; molto attenti, invece, ai loro problemi, alle difficoltà proprie e del loro luogo di lavoro (con una adesione comunque totale al documento di maggioranza). Inoltre, abbiamo riscontrato una partecipazione media, non alta, a riprova, crediamo, di una generale distanza dei cittadini da tutto ciò che è politica. Ciò deve farci riflettere.
LA FILLEA PROVINCIALE E I MIGRANTI
A tutti gli effetti, la nostra Categoria può definirsi una Categoria meticcia. I migranti sono un patrimonio inestimabile per il nostro settore, rappresentando ormai circa il 40% della composizione dell’intera forza lavoro edile; nel ricambio generazionale che osserviamo nei cantieri i lavori specializzati vengono svolti da giovani ‘non italiani’, di varie nazionalità. E’ lo specchio dell’intera società: l’Italia non è stato un Paese coloniale, quindi ci troviamo di fronte ad un’accoglienza multipla. La nostra FILLEA non è esente da questo ragionamento e auspichiamo che la composizione del nuovo gruppo dirigente possa tener conto di questo melting pot. Abbiamo dimostrato, finora, di essere ospitali, riducendo al minimo le tensioni che inevitabilmente potrebbero crearsi ma dobbiamo ancora migliorare. Questo è il tema che maggiormente ci lega alla FLAI, la Categoria dell’agroindustria. Lo scorso 11 febbraio, ad Avezzano, abbiamo organizzato una Assemblea Intercategoriale con i lavoratori stranieri: un esperimento riuscito, da cui è nata l’esigenza di costituire, su larga scala, un Coordinamento Migranti della CGIL. Riscontriamo, però, un limite organizzativo, ossia la nostra struttura provinciale. Sul fronte immigrazione esistono peculiarità differenti tra le varie zone della nostra provincia: in Marsica è preponderante il tema dell’agricoltura del Fucino, a L’Aquila quello della Ricostruzione. Sarà utile considerarlo se, a livello confederale, si vorrà dotarsi di un Coordinamento Migranti. Il XXIII Rapporto sull’Immigrazione Caritas-Migrantes sull’Immigrazione, infatti, considera L’Aquila e Teramo le due province con il maggior numero di residenti stranieri maggiormente occupati sia nelle costruzioni che in agricoltura (in Marsica vengono riscontrati, statisticamente, i più gravi e frequenti episodi di sfruttamento lavorativo degli immigrati). Riprenderemo il discorso al Congresso della CGIL.
LA LOTTA ALLE MAFIE
Tutti devono occuparsi di mafie, compresi noi. Vogliamo essere duri: l’edilizia è in mano alle mafie. Noi, lo dicevamo prima, possiamo contribuire a migliorare i sistemi di prevenzione, con gli strumenti giusti. Lo Stato, il Parlamento, devono fare ancora di più. Ascoltando l’altra sera in televisione il Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, si è aperta la finestra su un mondo sconosciuto ancora a tanti: per quanto riguarda l’associazione a delinquere di stampo mafioso le pene non sono proporzionali alla gravità del fatto; alla mafia non vanno fatti sconti o regali (anche per i processi di mafia è previsto il rito abbreviato!); bisogna sapere che un mafioso non si ravvede dalla pena, la riabilitazione dalla pena ha poco senso; a un mafioso colpisce di più la confisca dei beni, ma la gestione dei beni confiscati da parte dello Stato è ancora insufficiente (l’ANBSC non funziona!). Riformare l’ANBSC significherebbe rimettere in moto un pezzo di economia, miliardi di euro che potrebbero legalmente essere messi in circolo. In sostanza, l’intera legislazione antimafia in Italia, pur essendo all’avanguardia rispetto ad altri Paesi nel mondo, andrebbe ancora rafforzata e riformata. Questo sarà uno degli argomenti del nostro Congresso Nazionale, perché illegalità e corruzione frenano l’economia.
LE CARCERI E LA GIUSTIZIA IN ITALIA
Il messaggio del Capo dello Stato Giorgio Napolitano alle Camere sulla questione carceraria dell’8/10/2013 è un condensato di richieste alla politica (e quindi al Paese) che inevitabilmente ci riguarda come Organizzazione Sindacale. Non è una forzatura, ma se la condizione nelle carceri rappresenta un grado di misurazione di civiltà per un intero Paese, allora svariati sono i parallelismi valoriali che possiamo riferire al nostro mondo, al mondo del lavoro. Napolitano ha chiesto al Parlamento di dare risposte all’Europa ripristinando entro maggio condizioni umane e dignitose nelle carceri italiane alla luce della sentenza Torreggiani della Corte di Strasburgo che ha sanzionato l’Italia per violazione dei diritti fondamentali all’interno degli istituti penitenziari. Il nodo vero è il sovraffollamento carcerario da affrontare con provvedimenti di clemenza generale previsti dalla Costituzione (amnistia e indulto) e con innovazioni di carattere strutturale necessarie per riformare la giustizia in Italia (pene detentive non carcerarie, riduzione dell’area applicativa della custodia cautelare in carcere, espiazione della pena nel Paese di origine, attenuazione degli effetti della recidiva, depenalizzazione dei reati, aumento della capienza complessiva degli istituti penitenziari). Qualcosa si sta muovendo in Parlamento nelle ultime settimane. La giustizia è quindi un tema che ci riguarda. Tanti sono i lavoratori che si rivolgono a noi chiedendo giustizia (e crediamo che siamo ancora poco efficienti nel nostro sistema di tutela vertenziale…). Tanti sono i cittadini che reclamano una giustizia equa, efficiente, alla portata di tutti. Non una giustizia per i ricchi. Le carceri infatti scoppiano di detenuti accusati di reati connessi alla droga (4 su 10 – l’abrogazione della legge Fini/Giovanardi dovrebbe in parte modificare tale proporzione) oppure di ospiti stranieri. In carcere finiscono i più deboli. Indulto e amnistia avrebbero sicuramente un effetto immediato ma non totalmente risolutivo. Il Lavoro è la strada maestra. Il Lavoro inverte la recidiva ma sono ancora pochi (circa 13.000 su 67.000 totali) i detenuti che lavorano. Ecco perché tutto questo ci deve riguardare. Una grande Organizzazione Sindacale deve guardare anche a questo ‘lavoro invisibile’. Noi, stamattina, audacemente e con coraggio, ci stiamo provando.
IL CARCERE DI SULMONA
Serve un cambiamento culturale sulle carceri. A Sulmona il Direttore Luisa Pesante vuole proprio questo. Abbiamo avuto il piacere di conoscerla e incontrarla più volte e colpisce la sua tenacia e volontà. Un’altra donna alla guida di questo super carcere, dopo Armida Miserere (celebrata peraltro in un film uscito da poco nelle sale dal titolo ‘Come il vento’ del regista Marco Simon Puccioni). Un carcere dalle tante problematiche (vedi per esempio il problema degli agenti penitenziari sotto organico) ma che vede nel Lavoro il mezzo per un sicuro riscatto. Qui il nostro Patronato INCA CGIL fa assistenza ai detenuti lavoratori; qui vogliamo riproporre un progetto di formazione con la nostra scuola Edile. I gadgets congressuali sono stati predisposti dagli ospiti di questa struttura penitenziaria, che ringraziamo di cuore. Un’idea originale. Un Congresso esperienziale, nella più vera cultura dell’incontro. L’incontro presuppone il dialogo. Non è proprio questo il nostro mestiere? Quando ci sediamo attorno ad un tavolo per un contratto, oppure quando proviamo a risolvere una controversia di lavoro, non mettiamo in pratica questi stili di condotta? Non è questa la nostra filosofia di azione? Ancora, questa è una città nella città (vedi il nostro slogan ‘Città future’…), dove sta provando a concretizzarsi la nostra Costituzione. Per non dimenticare il ruolo dell’istruzione e dell’insegnamento. Qui si studia! Permettetemi una considerazione: con una struttura penitenziaria di questo livello, si vuole chiudere il Tribunale di Sulmona. E’ una contraddizione. Tra poche settimane parte il cantiere di ampliamento e questo territorio viene toccato dalla razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie. Un’idea avulsa dalle reali necessità economiche e sociali dell’intero Centro Abruzzo. 
I VALORI DI QUESTO CONGRESSO
Se abbiamo raccontato tutto questo e se abbiamo voluto un Congresso diverso, in un luogo altamente simbolico, è perché vogliamo celebrare una diversa definizione di Lavoro: un diritto umano. Il Lavoro è fonte di dignità, per tutti! Il nostro Congresso è anche una sfida, vuole rompere alcuni tabù, vuole cancellare stereotipi e pregiudizi. E’ un Congresso libero, anticonformista, in un certo senso anarchico. Noi, in quanto Categoria di servizio, possiamo permettercelo. Noi, che ogni giorno incontriamo le solitudini, le fragilità sociali, abbiamo voluto un Congresso ai margini, un Congresso nella periferia, un Congresso ai lati della società, con gli emarginati di questa società, con i poveri. La nostra è una Categoria coraggiosa e allo stesso tempo inquieta, una Categoria inclusiva e solidale. Questo Congresso è un regalo a tutti voi, delegate e delegati, è un regalo che vogliamo fare a tutta la CGIL. Un Congresso di sinistra, dalla parte degli ultimi, che coniuga giustizia sociale e diritti civili.
LIBERI
Forse non è visibilissimo, ma ogni nostro gesto quotidiano, ogni nostra conquista, ogni nostra piccola vittoria contribuisce a liberarvi dalle ingiustizie nel vostro lavoro. Liberi in un Paese libero: ecco il nostro sogno.  Un Paese in cui non si muore perché c’è la crisi, non ci si suicida per l’assenza di lavoro (analogia con i suicidi in carcere, una cinquantina nel 2013). Chiudiamo con una frase di un grande dirigente della CGIL, Vittorio Foa: “pensare agli altri, oltre che a se stessi, pensare al futuro, oltre che al presente”. Speriamo di avervi convinto!

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