27.05.13 Occuperanno uno spazio pubblico e "lì eserciteranno il proprio diritto al lavoro. Lo faranno per rivendicare un diritto costituzionale e dimostrare che il lavoro c'e' e non sono piu' disposti ad aspettarlo". E' cosi' che si svolgera' lo 'sciopero a rovescio' di cui, giovedi' prossimo, saranno protagonisti i lavoratori edili disoccupati dell'Emilia-Romagna. E' il loro modo per dire che avanti cosi' non possono piu' andare. Infatti, come ricordano Fillea-Cgil, Filca-Cisl, Feneal-Uil in una nota, sono ormai piu' di 30.000 gli operai che, in Emilia-Romagna, hanno perso il posto dal 2008 ad oggi
A loro si sommano "migliaia di lavoratrici e di lavoratori che, lungo tutta la filiera delle costruzioni, stanno utilizzando i vari ammortizzatori sociali". Insomma, una "situazione drammatica" che sta innescando "una vera e propria bomba sociale ad orologeria", avvertono le tre sigle".
E dire che "tanto ci sarebbe da fare nell'edilizia privata, ma anche e soprattutto nel pubblico. Bisognerebbe- spiegano Luigi Giove (Fillea), Cristina Raghitta (Filca) e Antonio Cuppone (Feneal)- adeguare alla normativa antisismica gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, manutenere il patrimonio ed efficientarlo sotto il profilo energetico, andrebbero fatte serie ed importanti opere di conservazione del territorio". Insomma "il paradosso e' che il lavoro ci sarebbe, anche per interventi urgenti, ma non e' possibile metterlo in cantiere a causa del patto di stabilita' che blocca in maniera cieca e stupida la possibilita' di intervento degli Enti locali". Dunque, "per rivendicare il diritto al lavoro", Fillea-Filca-Feneal regionali proclamano per giovedi', giornata nazionale di mobilitazione dei lavoratori delle costruzioni, lo 'sciopero a rovescio': nei prossimi giorni diranno dove e come si svolgera'.
FONTE: AGENZIA DIRE
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