15.01.13 Facile promettere di togliere l'Imu "fa presa su chi si è trovato a pagare cifre considerevoli, del tutto sproporzionate rispetto al reddito della famiglia" una tassa che "non ha caratteri di equità, progressività, senza alcun collegamento al reddito della famiglia" ma che ha "effetti distorsivi provocati anche dal mancato aggiornamento degli estimi catastali." Necessario che il nuovo governo affronti il tema di una nuova politica della casa e dell’abitare anche dal punto di vista della politica industriale che riguarda la filiera delle costruzioni". Il portale di informazione Dazebaonews.it intervista Walter Schiavella.
LAVORO, ABITAZIONE, IMU NELLE PROPOSTE DEL SINDACATO
Intervista a Walter Schiavella di Alessandro Cardulli
Imu, è diventata l’ombelico del mondo, al centro della campagna elettorale.Come ormai avviene ogni qualvolta che si vota è diventata il punto di attacco di Berlusconi, della Lega, dei populismi collocati nelle forze conservatrici e non solo.
”E’ facile promettere di togliere questa tassa, fa presa su chi si è trovato a pagare cifre considerevoli, del tutto sproporzionate rispetto al reddito della famiglia. Certo che è un problema, una tassa che non ha caratteri di equità, progressività, senza alcun collegamento al reddito della famiglia. Una tassa con effetti distorsivi provocati anche dal mancato aggiornamento degli estimi catastali. Ma se questo problema che il governo che verrà deve affrontare e risolvere, non si colloca all’interno di una nuova politica della casa, dell’abitare, se non si affronta dal punto di vista della politica industriale che riguarda la complessa filiera delle costruzioni non si va da nessuna parte.” Parte da qui la conversazione con Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil che proprio in questi giorni sta mettendo a punto proposte che riguardano l’intero settore delle costruzioni. “E’ il lavoro il “ motore” da riavviare -dice- e la Cgil presenterà un progetto, importante, ambizioso certo, da portare al confronto con le forze politiche, con le istituzioni, con il governo che verrà, nel solco di una storia che ha sempre visto il nostro sindacati impegnato nell’affrontare le grandi questioni economiche e sociali. Sarà un vero e proprio Piano del Lavoro.
Una tassa iniqua che va cambiata, no a strumementalizzazioni
Alla fine del mese, in questo quadro, si collocherà una iniziativa della Fillea con concrete proposte”. E’ una lunga storia che risale alla Cgil di Giuseppe Di Vittorio, ad un Piano del Lavoro per ricostruire l’Italia uscita dalla tragedia della guerra. Oggi c’è da ricostruire il lavoro . Altrimenti Imu, fiscalità, giustizia sociale restano parole scritte sulla sabbia. “E’ evidente- sottolinea Schiavella – che l’Imu è una imposta iniqua, che va cambiata. Questo è fuori discussione”. Allora che fare? Il segretario della Fillea tiene a precisare che “ non è pensabile che in un paese della Comunità europea non vi sia una imposta sulla abitazione come avviene ovunque. Bisogna respingere l’uso strumentale che si sta facendo dell’Imu cui vengono addebitate tutte le difficoltà che incontra il mercato della casa. E’ improprio addebitare a questa tassa il calo delle vendite, il calo del valore degli immobili. I dati dimostrano che il valore reale degli immobili si riduce ma non in maniera proporzionale alle compravendite.. Sono due i fattori sui quali intervenire, la rendita finanziaria e quella immobiliare, che provocano una distorsione del mercato, determinano un sovrapprezzo nettamente superiore ai costi industriali.”
Colpire la rendita finanziaria e quella immobiliare
Partendo da questi presupposti bisogna agire su due versanti. “ Occorre una diversa gestione della parte fiscale- afferma Schiavella- introducendo una vera imposta sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari e servono interventi sulle rendite, finanziarie e immobiliari. In questo modo si recuperano risorse di cui c’è grande bisogno per progetti di riqualificazione urbana, per affrontare i problemi di un territorio sempre più devastato che non regge l’urto anche di un semplice temporale”. Per quanto riguarda il mercato delle abitazioni il 70%, è coperto da privati, il 30% dal pubblico. Gli investimenti pubblici sono diminuiti di un terzo, forse anche più tanto da parlare di dimezzamento. Per quanto riguarda quelli privati siamo alla paralisi. “ La stretta creditizia da una parte, i redditi di tanta parte dei cittadini che hanno perduto capacità di acquisto- sottolinea il segretario generale della Fillea- bloccano il mercato delle vendite e anche quello degli affitti. Il fenomeno, se così si vuol chiamare, dei figli, con famiglia, che tornano ad abitare con i genitori, è sotto gli occhi di tutti. Così come quello di chi non ce la fa a pagare il mutuo e perde tutto.. Veri e propri drammi.” Ecco, si torna al problema delle rendite finanziare e immobiliari che determinano la crisi dell’abitare e al problema principale, il lavoro. I dati che Schiavella fornisce sono noti, ma è bene non dimenticarli mai ora che anche le associazioni degli imprenditori li hanno scoperti.
Nel settore costruzioni e collegati persi più di 500 mila posti di lavoro
Nel settore delle costruzioni si sono persi circa 320 mila posti di lavoro e altri 200 mila e forse più nella filiera che riguarda il cemento, i manufatti, il legno, il ferro. “La casa- conclude il segretario generale della Fillea-è tutto questo. Dalle quattro mura ai mobili all’arredamento. E’ un intero comparto industriale che perde pezzi, con aziende che chiudono. Servono scelte di politica industriale, così come per altri settori portanti della nostra economia, a partire dalla meccanica. In un anno ogni lavoratore di aziende in crisi ha perso circa 8 mila euro. Più di un miliardo le ore di cassa integrazione, più di quattro miliardi a partire dall’inizio della crisi. Non sono solo numeri, sono persone, famiglie, lavoratori. Così non si va avanti, la crescita non è neppure una speranza. Noi, con le nostre lotte e le nostre proposte vogliamo ridare una speranza, quella del lavoro. Se questo significa essere conservatori, come dice Monti, ebbene non ce la prendiamo a male. Si vogliamo conservare, sviluppare, il lavoro . Un diritto scritto nella Costituzione, la “ bella Costituzione” come la chiama Benigni.”