Il settore delle costruzioni in Campania è strategico, sia in termini occupazionali che di sviluppo economico del territorio. Affinché il comparto mantenga alta la sua capacità attrattiva di investimento è prioritario però ristabilire condizioni di legalità e trasparenza, come sostiene Giovanni Sannino, segretario di Fillea Campania: "Nel nostro Paese - spiega- si sta affermando sempre più una politica del fare che considera le regole una zavorra di cui liberarsi e non comprende che la crescita di un'economia passa attraverso un percorso non solo quantitativo ma soprattutto qualitativo". "La crisi prima che economica- afferma Walter Schiavella, segretario nazionale di Fillea- è etica, morale e di valori. Sui principi siamo tutti d'accordo da tempo, ora bisogna andare oltre. Vogliamo risposte dalle Istituzioni e siamo pronti alla sfida. Insiema ad altri, se lo vorranno, ma anche da soli- conclude- porteremo comunque avanti le nostre istanze". "Avere troppe regole - chiarisce Oberdan Forlenza, assessore regionale ai Lavori pubblici- spesso equivale a non averne. Servono controlli e sanzioni più severe per chi non agisce correttamente, ma soprattutto una programmazione chiara". Sulla stessa lunghezza d'onda Nunzio Coraggio, presidente Ance Campania :"Nonostante la legislazione, la Campania ha un elevato indice di abusivismo e lavoro nero. Sarebbe auspicabile avere meno leggi e maggiore garanzia nei controlli con sanzioni esemplari". Nel corso del dibattito, moderato dal caporedattore del Denaro Enzo Agliardi, interviene anche Bruno Discepolo, presidente di Sirena Città Storica che sottolinea: "La questione non è costruire ancora, ma riqualificare il patrimonio esistente", mentre Alfonso Viola, segretario Cgil Campania, evidenzia: "Senza una strategia anticrisi rischiamo di consegnare alla malavita molte aziende che non ce la fanno a stare sul mercato"."Il settore pubblico- aggiunge Mario Catalano, di Legacoop Campania – dovrebbe concentrare le risorse su pochi grandi progetti infrastrutturali, e il privato dovrebbe uscire dall'immobilità degli ultimi anni."
Articolo di Roberto Regnano, il Denaro del 4 marzo 2010