13.03.10 Per la Cgil con questa legge si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro.

Ne ha parlato da Padova Guglielmo Epifani "con questa legge si cerca di introdurre un arbitrato forzoso che costringe i lavoratori a rinunciare a quello che la Costituzione consente loro: cioè di ricorrere al giudice quando vengono violati i diritti di un contratto e i diritti di una legge. Quindi è una norma che noi combatteremo e faremo rimuovere”. Con l'arbitrato, spiega Epifani, un lavoratore “rinuncerà per tutta la sua vita lavorativa a rivolgersi ad un giudice del lavoro”, e aggiunge, “è una norma incostituzionale”.

Da Palermo lo ha ricordato Schiavella "la cosiddetta riforma diritto del lavoro e del suo ordinamento è una aberrazione civile e giuridica. Che libertà avrà un giovane, un operaio, un migrante, una donna, di decidere di fronte ad un padrone che lo sta assumendo se ricorrere all'arbitro o al giudice? Quali decisioni potrà prendere un arbitro che, di fronte ad una controversia, deciderà non secondo leggi e contratti, ma secondo una “equità” che lui stesso decide e determina?

Quale ruolo avranno ancora contratti nazionali derogabili individualmente, che spazio resterà per il Sindacato?

La verità è quella che il Governo fa emergere con sempre maggiore chiarezza, la verità di un progetto di Paese nel quale si possa fare a meno della ricchezza delle articolazioni sociali, delle regole che la presidiano, degli spazi di partecipazione che sostanziano un'idea attiva della cittadinanza.

Un progetto di Paese dove si regna e non si governa, dove ciascuno di noi non è mai attore del proprio destino ma, al massimo ne è spettatore passivo."



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