29.02.16 “Siamo molto preoccupati, perché se le voci che circolano corrispondessero al vero le nuove norme sugli appalti consentirebbero un ricorso più ampio all’utilizzo del subappalto, con inevitabili ripercussioni sulla qualità del lavoro e sulla ricomposizione del ciclo delle lavorazioni”. Lo hanno dichiarato i segretari generali di FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, Vito Panzarella, Franco Turri e Walter Schiavella, commentando la norma del codice degli appalti che contempla l’abolizione dell’obbligo di non superare il 30% dei lavori in subappalto per chi vince una gara pubblica.
“La conseguenza del provvedimento sarebbe una ulteriore frammentazione delle imprese edili, e a farne le spese sarebbero i lavoratori, sempre più precarizzati e a maggiore rischio di infortunio. Inoltre dare all’impresa generale totale libertà di subappalto si tradurrebbe nella concreta possibilità di non ricorrere solo alle aziende specializzate del settore edile, come invece è auspicabile. Un altro aspetto che non condividiamo – proseguono i tre – è l’ipotesi di innalzare da 150mila a 1 milione di euro della soglia per l’attestazione Soa. Una nota positiva, invece, è l’introduzione dell’obbligo, per le stazioni appaltanti, di effettuare controlli, almeno a campione, sulla reale sussistenza dei requisiti oggetto dell’attestazione, segnalando all’Anac eventuali irregolarità. Su appalti e subappalti – concludono Panzarella, Turri e Schiavella – sono inaccettabili ulteriori cali di attenzione, e invece sono sempre più necessari controlli efficaci tesi al miglioramento del sistema di qualità delle imprese e delle opere realizzate, e alla tutela dei lavoratori e delle loro professionalità”.